Regia di Duncan Jones vedi scheda film
Source Code è un film da vedere perchè ha l'immediatezza dell'opera a basso costo e l'epos delle produzioni mainstream. All’inizio c’è una città ripresa dall’alto ed un treno che l’attraversa come il titolo di uno spot pubblicitario. In seguito c'è un tipo che deve sventare un attentato, c'è un programma che gli permette di vivere continuamente la stessa esperienza, c'è una donna di cui forse è innamorato; ci sono i buoni che sembrano cattivi e cattivi che lo sono per davvero, ci sono persone in uniforme ed uniformi di persone, il tutto condito con una metafisica della normalità che nelle mani del regista assume le forme di un campo di battaglia.
Riducendo lo spazio ad una serie di non luoghi (la stazione, il vagone di un treno, la cabina di un vettore, lo schermo di un computer, la mente dei protagonisti) e depotenziando l’action dagli strumenti della forza - pallottole, pistole e marchingegni tecnologici rimangono sempre ai margini - Jones utilizza la natura reversibile dello “strumento” cinematografico per inventare una variazioni di immagini olografiche che finiscono per diventare l’unico simulacro di una possibile verità. Coinvolgendo lo spettatore verso una duplice deception, la prima messa in atto per sventare l’attentato, la seconda per scoprire i piani dimensionali in cui la storia si sviluppa, il film umanizza gli aspetti tecnologici (montaggio e sonoro, ma anche la fotografia, pastosa come la malinconia del protagonista) facendone condizione indispensabile per l’espressione di uno stato emotivo, dei protagonisti così come dei comprimari, altrimenti sacrificato alle caratteristiche sincopatiche dell’intreccio.
Chiamato ad una conferma mai troppo facile, Jones realizza un opera seconda all’altezza della sua fama, riuscendo a rendere interessante anche un attore un po’ svagato come Jake Gyllenhaall, chiamato ad interpretare il disagio di un uomo che lotta per rimanere se stesso all’interno di un mondo che lo considera solamente in funzione della sua missione. Uno scenario disumano per un film che riesce comunque a ricordarci l’importanza della vita.
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