Regia di Marc Webb vedi scheda film
Difficile approcciarsi ad un’operazione del genere arrivata a stretto giro di vite rispetto alla precedente trilogia di Sam Raimi che aveva mietuto incassi, ma anche (meritati a mio avviso) consensi.
Un uomo ragno depotenziato rispetto al passato (recente), operazione comunque premiata dal pubblico (750 milioni di dollari restano tantissimi), ma che pur regalando un più che dignitoso intrattenimento lascia più di qualche dubbio.
Peter Parker (Andrew Garfield) è un giovane introverso segnato dal suo passato che con lo stesso si ritrova a dover fare i conti.
Entra infatti in contatto con il Dottor Connors (Rhys Ifans) e per un incidente acquisisce dei poteri straordinari che in seguito a successive circostanze lo portano a scontrarsi con lo stesso Connors e la sua nuova scoperta che lo trasforma in un lucertolone gigante.
Ed intanto sboccia anche l’amore con Gwen Stacy (Emma Stone).
Operazione tanto scolastica quanto alimentare, difficile farsi prendere dall’entusiasmo viste le premesse.
Lavoro diligente, ma è inutile sottolineare che Sam Raimi aveva un gusto di ben altro spessore (ed una capacità di unire alto e basso) rispetto al pur volonteroso Marc Webb pescato da territori ben diversi (“500 giorni insieme”).
Vicenda che la prende fin troppo alla larga, occorre quasi un’ora per vedere un po’ di movimento (e la storia tra Peter e Gwen prendere quota), per quanto la costruzione non sia così insignificante, poi il tutto si fa più energico ed il divertimento prende un minimo di vigore.
Discrete le sottolineature del rapporto sentimentale tra Peter e Gwen (non per niente è pane per i denti del regista), mentre sul versante azione/effetti speciali il lavoro è dignitoso, ma lontano dai fasti aspettabili.
Un problema legato ad un villain non all’altezza (per quanto Ifans faccia quanto gli sia possibile) e ad uno sviluppo senza particolari guizzi.
Si arriva così al finale, tutto sommato digeribile, ma che non cambia in maniera sostanziale il risultato degli addendi precedenti.
Operazione che sarebbe stata anche più che soddisfacente se non ci fosse stato un fresco Raimi alle spalle e che così invece rimane una copia un po’ scolorata che comunque come action/romantic ha delle frecce da spendere.
Compiutamente quindi non ha un gran senso (se non quello commerciale), in pratica è assolutamente guardabile, anche se il sapore di già visto (e con vesti migliori) è più che intuibile.
Passabile, ma scontato.
Regia dignitosa, ma al cospetto di quanto fatto in precedenza da Raimi ne esce ampiamente sconfitto.
Sufficiente, in attesa di vedere cosa farà col sequel di prossima uscita.
Tra gli aspiranti "Spiderman" si può dire che sia stata una scelta complessivamente felice.
Certo non è il film che possa permettergli di chissà cosa, ma la sua prova è ampiamente sufficiente e in relazione al film migliore dello stesso.
Quasi discreto.
Ancora una volta vivace e quindi più che adeguata alla parte.
Più che sufficiente.
Purtroppo gli capita tra le mani un villain tutt'altro che memorabile.
Di certo non per colpa sua.
Sufficiente.
Ruolo ovviamente fin troppo semplice per un attore navigato come lui, ma comunque non manca di fornire il suo contributo con pacatezza e personalità.
Più che sufficiente.
Anche nel suo caso vale quanto detto per Martin Sheen, indubbiamente i due costituiscono una bella coppia, per quanto marginale nel complesso.
Composta e partecipe.
Da una vita non si rivedeva in un film, almeno commercialmente, così importante, anche se ovviamente la scena non è certo tutta per lui (giusto per utilizzare un eufemismo).
Mostra una discreta personalità nei panni del poliziotto papà di Gwen.
Pienamente sufficiente.
Tutt'altro che il ruolo della vita, ma è puntuale quanto basta.
Sufficiente.
Relegato in una parte destinata ad esaurirsi prima del tempo.
Per lei vale esattamente lo stesso discorso fatto per Campbell Scott.
Apparizione sempre gradita.
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