Regia di Marc Webb vedi scheda film
Serviva proprio un reboot di Spiderman a così poca distanza dalla rappresentazione di Raimi? La storia di formazione di Peter Parker che proprio quest’anno compie mezzo secolo , ambisce a una nobiltà classica sconosciuta agli altri supereroi dell’universo Marvel. Carico di suggestioni psicologiche, etiche e morali e supportato da personaggi archetipici molto ben definiti, il racconto del passaggio da ragazzo a supereroe sacanzonato e ironico, è quello nel quale i teenager di tutto il mondo si sono maggiormente identificati decretandone un successo inarrestabile. Come Biancaneve, Cenerentola O Cappuccetto Rosso è metafora di un passaggio chiave dell’esistenza dell’essere umano, la trasformazione del corpo, una rinascita fisica e psichica verso la condizione adulta dell’esistenza.......
……..e che dire della statura shakespeariana dell’uomo lucertola - Lizard - che riassume in sé la tragedia dell’inadeguatezza di fronte al mondo. E il siero, verde che trasforma e blu che lenisce i mali dell’ego, è l’elisir che in un moto pendolare ipnotico lo immerge e lo salva dallo sprofondare nella materia oscura della follia…
…il mito di Frankenstein…..
…metafora della condizione adolescenziale dell’essere umano che vede nello sbigottimento della trasformazione del corpo un passaggio essenziale verso al maturità e una prova del superamento dei propri limiti…..
…..supereroe con superproblemi…..
…..da grandi poteri derivano grandi responsabilità……
Che palle.
Andrew Garfield adolescente ipertricotico ha una tale massa di capelli che la maschera da ragno dovrebbe avere una struttura informe una volta indossata. Invece no, è perfetta.
La stessa maschera è perfettamente integrata al costume come se fosse un pezzo unico invece no, solo quando Peter se la toglie compare misteriosamente la giuntura. Un costume mutuato dalle tute dei pattinatori olimpici, comprato su internet e modificato con maestria sartoriale che Peter porta con consumata disinvoltura sotto gli abiti civili, senza puzzare di cadavere dopo venti minuti.
Zia May (Sally Field) e Zio Ben (Martin Sheen) non subiscono gli effetti nefasti dell’invecchiamento. Quando adottano il piccolo Peter che avrà 8 anni, sono tali e quali a quando Peter cresciuto, verso i 17 anni comincia per caso la propria avventura da supereroe. Saranno i geni latenti del ragno?
Il Dr.Curtis Connors allestisce in un battibaleno un laboratorio hi-tech nelle fogne. Senza essere visto. Con un braccio solo. Il liquido verde fosforescente è il siero che trasforma, il liquido blu è l’antidoto ad uso e consumo della comprensibilità degli spettatori. Mentre com’è come non è, il prode Peter Parker si ritrova una cassetta piena di fialette di ragnatela in casa e in un po’ si costruisce il lancia-ragnatele. Forse Peter le ha rubate mentre girava in scarpe da ginnastica totalmente ignorato da tutti gli addetti del laboratorio super controllato che mischia i geni umani a quelli degli animali così, alla luce del sole.
Forse, perché in realtà non si vede. Potrebbe essere un regalo di Zia May per quanto ne sappiamo. Chi non ha in casa un plateau di fialette piene di ragnatela?
Nonostante il film sia contemporaneo, la tecnologia ai massimi livelli, la biogenetica all’ordine del giorno e gli ologrammi in treddì la normalità nel laboratorio Oscorp, Peter Parker ha una macchina fotografica analogica, con il rullino. Proprio ora che la Kodak è fallita.
La frase idiota: “Il tuo boyfriend è un tipo dalle molte maschere” dice a sua figlia Gwen il Capitano Stacy , un minuto prima ottusamente nemico dell’arrampicamuri e un minuto dopo no.
Sfatare un mito: Il mito di Spiderman è basato su una sola frase passata ai posteri e che Oscar Wilde sempre prodigo di aforismi si rigira nella tomba dal 1962 per non averla detta lui: “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Frase che nel film non c’è sostituita da un poster di Einstein - l’immaginazione è più importante della conoscenza - che c’entra poco, e dai tortuosi aforismi senili di Zio Ben che va di gimcana tra le locuzioni per non essere banale e pronunciare l’unica cosa che in realtà tutti si aspettano di udire.
Zio Ben sfoggia una dentatura talmente posticcia e irreale che nel capitolo tre già in fase avanzata di scrittura dovrebbe diventare la principale nemica di Spiderman. La dentatura si intende.
Prima che il generoso display del countdown del nonsocosasia con il liquido verde posto in cima al palazzo della Oscorp azzeri la numerazione– sempre ad uso e consumo dello spettatore – e provochi il badaboom che trasformerebbe i newyorkesi in lucertolette, la televisione trasmette in diretta la lotta con Lizard e tutti capiscono per magia cosa mai sia successo. Così lo aiutano ad arrivare alla sede della Oscorp come se tutti sapessero che deve andare proprio là.
Emma Stone andrebbe presa da dietro con maschio vigore e fatta muggire in 3D. Altro che il bacetto sulla terrazza.
Lizard è nudo ma non ha il pisello.
C'è caldo, l'aria condizionata a palla. Un sesto senso di ragno di dejavù misto ad afrore dolciastro di pop corn. Un prodotto che ribadisce con vigore il proprio status di prodotto, senza se e senza ma. Mi arrendo, riempimi di metafore, di epica spicciola, di sentimenti da socialnetwork, di faciloneria drammaturgica. Eri fumetto ora sei ibrido furbo bipolare che strizzi un occhio ai comics e un occhio ad un pretestuoso realismo ipertecnologico. Ma come cazzo fai a strizzare due occhi contemporanemanente? Non sbatti contro le porte? Non ho voglia di parlarne in maniera diversa. Prodotto sei, da prodotto ti tratto. Tra un lancio di ragnatela e l'altro ci sta bene una rèclame sugli assorbenti.
Appena appena sufficiente. Solo per il ricordo di un'adolescenza felice scandita dall'appuntamente mensile in edicola.
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