Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Squadra che vince - in teoria - non si cambia (supadany e LAMPUR, con particolare riferimento - quest’ultimo - alle “metodologie”, fra cui i replay al ralenty)… e invece no (verrebbe da dire) visto che il team di sceneggiatori è stato completamente stravolto rispetto a quello dell’episodio precedente. Tuttavia, a ben vedere, regista e protagonisti rimangono gli stessi e - quel che più conta - la differenza qualitativa di plot e messinscena è (rispetto al prima Sherlock) pressochè nulla. Aumenta, per vero, un po’ il ritmo, ma la trama (e il suo sviluppo) risulta abbastanza piatta e convenzionale. Ma, d’altronde, forse l’unico motivo per cui vedere il film è rappresentato dalla maestria istrionica di Mr. Sherlock Holmes (alias R.Downey Jr.), dotato di un fiuto da segugio degno del miglior investigatore privato e di quella piacevole, spiccata comicità che consentono al film di scrollarsi di dosso quel tono un po’ fiacco e bolso che avrebbe altrimenti.
Un film, dunque, che - senza infamia e senza lode (il ritmo spesso indiavolato serve per le bilanciare lungaggini e pesantezze di una sceneggiatura che fa fatica a rinnovarsi, sì da scadere, spesso, in soluzioni troppo inverosimili per appassionare) - si trascina verso un finale (comunque) originale e furbo (al punto giusto).
The end…?
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