Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
L'umorismo e la spettacolarizzazione prevalgono sulla trama, abilmente sorretta da interpreti, scenografie e regia.
Nel secondo capitolo delle avventure dell'investigatore più famoso della storia, liberamente rivisitate e modernizzate con uno stile steam punk e rockettaro dall'abile Guy Ritchie, con la assoluta e valida collaborazione di un duo di attori in grande sintonia, quali l'americano guascone Robert Downey Jr e l'inglese ironico Jude Law, il pedale è tutto puntato sulla commedia, nella prima parte, e sullo spettacolo fracassone nella seconda.
Con una sceneggiatura forse un po’ meno articolata e intrigante rispetto al capostipite ma con una maggiore dose di avventura, il film intrattiene senza stancare per tutte le sue due ore grazie soprattutto alle belle ambientazioni e scenografie d’epoca valorizzate da un’ottima fotografia con un effetto invecchiato e stemperato, e alla complicità e bravura dei protagonisti.
Delude un pò il nemico e non molto incisivi risultano i personaggi di contorno, se si esclude un disarmante e imprevedibile Stephen Fry/Mycroft.
Il punto debole è, a mio giudizio, la maggiore inverosomiglianza di certe scene o trovate della trama che trasformano il protagonista quasi in un supereroe stile fumetto, oltre agli agganci a certi temi che sembrano anacronistici (vedi i progressi della chirurgia estetica). Paradossalmente l’aura di mistero che aleggiava sul primo film aveva un aspetto più credibile e appassionante, soprattutto per il modo in cui poi nel finale veniva spiegato che non c’era nulla di magico ma era mera chimica, mentre qui assistiamo a fredde macchinazioni di natura politica ed economica che possono risultare anche meno comprensibili. Il finale, seppure ricalcato dal romanzo originale, meritava maggiori spiegazioni (se ne poteva trovare il tempo accorciando i ralenty, per esempio).
Non male invece, a differenza dell’aspetto investigativo, il lato da commedia con situazioni abbastanza comiche, e la strutturazione della “relazione” sentimentale tra Holmes e Watson, con esplicite allusioni sessuali ma altrettanto forti connotati di vera amicizia virile.
Nel complesso un film gradevole, più commerciale sotto certi punti di vista anche se di buon livello tecnico e registico, ma un gradino sotto all’originario.
Zimmer torna riprendendo il motivetto creato per il primo film, ma costruendovi attorno imponenti melodie orchestrali.
Qualche dettaglio della trama che ho trovato poco appropriato.
Ricalca la formuila del primo film, moltiplicando velocità e ironia.
In forma e sopra le righe con alcuni momenti più riflessivi.
Perfetta spalla del protagonista.
Ruolo marginale e accessorio.
Breve apparizione, il personaggio poteva essere sfruttato di più.
Ha un ruolo un pò più ampio, carina.
Freddo e cerebrale, ma poco carismatico.
Spassoso.
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