Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Squadra che vince non si cambia, e neanche metodologie (replay al ralenty su tutti); penalizziamo invece i classici giochini deduttivi che pur ampio spazio avevano trovato nel primo episodio, dedicandoci alla pugilistica marzializzata e allo sparatutto senza limiti, al travestimento fantasioso reiterato, alla velocità d'immagine sfalsata - immaginate Matrix nella Foresta dei Pugnali Volanti -, alle neppur troppo velate pulsioni omofobiche, agli scenari londinesi decadentemente photoshoppati, alla rivalutazione del soprammobile Watson, il tutto viaggiando dal politically incorrect delle donne gettate dal treno, al politically correct della denuncia di tutte le guerre.
Blockbuster musicato con ritmo e veemenza ma che accusa anche qualche lungaggine di troppo, specie negli eccessi di ridondante verbosità (gli intermezzi col fratello di Sherlock risultano abbastanza pleonastici).
In questo episodio ci si dedica, anima e corpo, all'azione ed all'effetto visivo trascurando alquanto le caustiche e brillanti analisi deduttive tipiche dell'universo holmesoniano, che avrebbero costretto gli sceneggiatori a ben più arguti cimenti.
Il bel (quanto inconcludente) finale arriva quando all'utente medio si sono da tempo intrecciati i fugaci e frettolosi indizi seminati subliminalmente per la pellicola; ed alcune scene, per quanto ben congegnate, come la sequenza in treno con esplosione finale, mischiano tensione, ingegno, dramma ed humour in egual misura, ma peccano anche di grossolana ingenuità.
Di certo rimpiangiamo la precoce scomparsa (filmica) della stuzzichevole McAdams a vantaggio di una Noomi Rapace decisamente anonima.
Ma come fa notare l'utente SaintlySinner: cosa volere di più da un blockbuster di fine anno? Rallegriamoci, se non altro, che rubi incassi ai nostrani cinepanettoni... e godiamoci il godibilissimo e gigionissimo Downey jr, decisamente a suo agio in questa ambientazione sopra le righe (specialmente vestito da poltrona...)
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