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Sherlock Holmes: Gioco di ombre

Regia di Guy Ritchie vedi scheda film

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La recensione su Sherlock Holmes: Gioco di ombre

di M Valdemar
4 stelle

AAA cercasi Sherlock Holmes!
In questo secondo capitolo della saga ancora diretto da Guy Ritchie, dell’impareggiabile detective tutt’al più vi sono delle flebili e adulterate orme, delle ombre manipolate in un gioco che non ha mai entusiasmato e che ha irrimediabilmente stufato.
E non siamo ancora giunti alla fine, il terzo atto è già stato annunciato.
Il sopravvalutassimo regista inglese, constatati gli incassi stupefacenti del primo Sherlock Holmes, spinge l’acceleratore sull’action muscolare e metanfetaminico, ripetendo l’operazione “blockbusteriana” aumentandone fracasso, ritmo, esplosioni, botte, con una musica martellante e dopante che non lascia tregua. Uno spettacolone assordante e caotico, che segue i fili dell’insensatezza logica intrecciandoli in una tessitura narrativo/concettuale incredibilmente misera e ottusa.
Dopotutto, “non c’è niente di nuovo sotto il sole. Tutto è già stato fatto prima" [parole di Holmes, quello "vero", tratte da Uno studio in rosso]. Ed ecco che ritroviamo questo investigatore esagitato, isterico, (penosamente) comico, che s’affida più al caso, alla fortuna, alle maniere forti, ad espedienti tanto grotteschi quanto assurdamente efficienti, che all’acume e alle capacità deduttive.
Ma, del resto, non si può pretendere del genio laddove (tra sceneggiatori e regista) latita persino un lumicino d’intelligenza. Altro che ombre.
Lombrosiane figure d’immarcescibile inettitudine.
La noia impera, le trovate per scansarla (i camuffamenti di holmes: da armadio, donna, divano; i duetti da commare col fido watson; la nudità di mycroft) sono insulse e nient’affatto divertenti. Scenette ammiccanti e riempitive. Quisquilie.
C'è da far saltare qualcosa, c’è da sparare a qualcuno.
C'è da far soldi.
L'inserimento nel cast di nuovi personaggi è, prevedibilmente, infelice: Mycroft Holmes (il grande Stephen Fry) è una caricatura; la zingara (pure autoreferenziale Ritchie: vedasi Snatch - Lo strappo) Sim (Noomi Rapace) è un inutile soprammobile; il prof. Moriarty (Jared Harris) è un po’ meglio solo perché ha la parte del cattivo. Comunque tutti (appassionatamente) sprecati. Malamente e impudentemente. Fry e la Rapace meritavano altro, come noi spettatori.
Robert Downey jr è il solito mattatore e mattacchione, uno che ha raggiunto la sua “pace dei sensi”, per cui fa (e può fare) quello che vuole. Anche queste schifezze. Jude Law è un inguardabile e indigeribile Watson, come già in precedenza. La McAdams appare (e scompare) all’inizio, mentre Kelly Reilly è una macchietta.
Appunto, davvero nulla di nuovo.
La confezione tecnica è di buon livello, ma è il minimo dato l’investimento.
Non si pretende di trovarlo qua, Sherlock Holmes, ma almeno un briciolo di cinema benfatto - anche in un blockbuster - sì.
Lo Sherlock moderno, per la cronaca, è il dr. House.

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