Regia di Roberto Olla vedi scheda film
Un film documento, quasi una pensata televisiva, ma che la forza la tv non l'avrebbe avuto di portarla in prima serata( infatti l'ha dato a notte inoltrata). Un discorso più che ipotetico, e quindi una tesi quasi dimostrata, che parte con il nome di Pasolini per arrivare, inaspettatamente, a Matteotti. Una regia non troppo scintillante, ma il racconto prende la piega giusta, anche se il gioco è un po' scolastico. Il fatto che Pasolini vien ucciso proprio quando scrive Petrolio, ci turba non poco ed il gioco in cui è caduta la maggioranza degli italiani, portando e sporcando il discorso dell'omicidio in maniera abominevole, fa accapponare la pelle, perché ci fa rendere conto, ieri come oggi, quanto siamo in mano a strategie ben precise che portano il discorso dove vogliono, o meglio ancora dove gli interessi pesano. Pasolini secondo questa tesi era inciampato in documenti ed argomentazioni pericolose, che anni prima erano costati la vita al giornalista Di Mauro, incaricato da Francesco Rosi di studiare le ultime ore di Enrico Mattei, per poi farne quel sensibile film che ne ha fatto. Mattei è stato ucciso perché era un free lance nell'economia mondiale, che riuscì a spiazzare le nazioni petrolifere del tempo e quindi i loro interessi. Ma la cosa che mi ha colpito ulteriormente è il fattore del delitto Matteotti, sempre, storicamente, affiancato al solo fattore politico, mentre anche qui la politica è stata solo l'arma per eliminare un soggetto che aveva scoperto gli interessi petroliferi, sorgenti proprio in quegli anni nella allora colonia Libia, dove Mussolini svendé l'economia italiana agli americani. Un documento che fa riflettere, anche se la regia non è eccezionale.
uan storia che si rifà ai primi anni del fascismo fino a Pasolini
una regia che si serve delle testimonianze , ma che non riesce a comporre la ragnatela giusta
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