Regia di Gianfranco Rosi vedi scheda film
Un documento che fa venire i brividi, per il tono con cui si affronta l'argomento. Una spiegazione metodica e precisa, addirittura schematizzata dal killer stesso graficamente, solo verso la fine si intuisce il dramma che avvolge il cuore e la persona del killer. Un crescendo di orrore e di distruzione di una personalità, che si mette al servizio della malavita in maniera totale e senza via di ritorno. Il film è stato fatto traendo spunto da un articolo giornalistico. Certo le critiche che sono state fatte al documento-film, è che non ci è stato detto niente di nuovo, se non che la confessione è diretta, anche se velato è il volto. Diciamo pure che, anche se mille articoli e altrettanti film sull'argomento ci sono stati, qui siamo davanti ad una persona che rivive la sua vita perduta e raccontata come una vera e propria riflessione che lo porta alla crisi finale. Certo dovremmo tenere conto del suo punto di vista, che tende anche a scusare, in certi momenti, ma queste sono note di umanità che magari arricchiscono e ci lasciano in pieno il nostro occhio critico intatto, assistendo al suo racconto anche nella fase mimica, che ci porta a riflettere sulla personalità vera del protagonista.
Una storia raccontata in prima persona, efficacemente
Un regista non in linea con al fiction da sempre.
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