Regia di Paul Scheuring vedi scheda film
Ennesimo remake a stelle e strisce di un’opera europea che aveva a suo tempo infiammato un serrato dibattito (e lanciato nel 2001 il regista Oliver Hirschbiegel poi raramente riconfermatosi), che apportando alcune varianti poggiate sulla medesima questione di base finisce con l’alleggerire i sottotesti più controversi senza quindi brillare (e non solo per la sostanziale mancanza di luce propria).
Bisognosi di denaro, Travis (Adrien Brody) e Barris (Forest Whitaker) decidono di partecipare ad uno esperimento umano che li vede figurare nei ruoli di carcerati e guardie.
Verranno presto condizionati nei comportamenti dalla loro situazione simulata, soprattutto Barris si farà prendere la mano portando i detenuti a reagire alle sue intollerabili angherie.
Sulla carta la presenza in cabina di regia del creatore della serie culto “Prison break” (Paul T. Scheuring) pareva essere più che azzeccata vista l’ambientazione, in realtà il film si presenta piuttosto debole nonostante certo non manchino spunti in grado di generare un minimo di tensione.
I ruoli risultano essere fin troppo marcati (facile capire ancora prima di arrivare in prigione chi sarà il buono ribelle e chi il cattivo inflessibile), l’analisi psicologica appare piuttosto piatta (soprattutto il passaggio del limite di Barris pare un po’ mal calibrato), per cui rimane un film di più facile lettura, un po’ banale rispetto all’originale che sceglie una strada più famigliare al pubblico.
Ovviamente aiuta un buon cast con due veri e propri arieti della recitazione come Adrien Brody e Forest Whitaker, chiamati ad un confronto duro e puro che diviene presto l’anima di tutta la vicenda.
Un crescendo che però non trova un finale all’altezza (insomma si butta acqua sul fuoco) anche se quel gioco di sguardi sul pullman del ritorno dice più di mille parole.
Quindi, come quasi ogni remake, rimane un film evitabile che cambia alcune regole del gioco, ma non in meglio, sembrando più che altro un’operazione realizzata velocemente cercando di limitare i danni sfruttando le doti di due attori di talento (a dirla tutta un po’ inflazionati ultimamente).
Superfluo e rispetto all’originale anche un po’ innocuo.
Vista la sua esperienza televisiva ("Prison break") mi sarei aspettato un approccio assai migliore.
Non che pecchi in tutto e per tutto, ma gli manca un pò di coraggio.
Sa recitare e non gli ci vuole molto per fare la differenza.
Peccato solo che il film non gli dia la possibilità di andare oltre.
Più che sufficiente.
Presenza importante anche se poi il personaggio non sempre lo aiuta.
In ogni caso difficile far meglio di quanto abbia fatto lui.
Più che sufficiente.
Anche lui non passa inosservato, ma il suo personaggio lascia troppi dubbi.
Assolutamente tenuta in disparte in una parte del tutto trascurabile.
Peccato.
Il volto è giusto per il ruolo, ma poi non gli viene dato troppo peso.
Sufficiente.
Anche nel suo caso il personaggio lascia qualche dubbio di troppo.
Nei panni del dottore che organizza l'esperimento non ha occasioni a sufficienza per mettersi in mostra (o in discussione).
Sufficiente.
Disperso tra i tanti personaggi presenti sulllo sfondo della vicenda.
Sufficiente.
Tra i vari interpreti dei personaggi presenti in secondo piano è probabilmente quello che se la cava meglio.
Sufficiente.
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