Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
Totalmente in disaccordo con il giudizio del recensore - anche se la redazione ha poi rimediato mettendolo tra ''i 50 film che non avreste dovuto perdere nel 2010-2011'' - che gli regala solo 2 stellette: 'La pelle che abito', tratto dal romanzo 'Tarantola' di Thierry Jonquet è un riuscito connubio tra noir e mélo, in cui la struttura a flashback contribuisce a creare una buona dose di suspence, svelando pian piano tutti i misteri della contorta vicenda.
Almodovar utilizza inoltre la storia per inserire le sue abituali tematiche - il voyeurismo, l'identità sessuale, l'amour fou - senza che queste pesino sulla narrazione, che procede senza alcun intoppo dall'inizio alla fine, con continui colpi di scena e ribaltamenti delle situazioni sparsi in maniera oculata.
Molto raffinata la messa in scena e, come sempre, ottima la resa interpretativa di tutto il cast, a partire da un ritrovato Antonio Banderas (ritornato a lavorare con il regista che l'aveva lanciato a oltre vent'anni di distanza da 'Legami'), nel ruolo da mad doctor, la cui ispirazione a Pedro e al fratello Agustin - autori dello script - magari è venuta pensando anche a 'Occhi senza volto' di Georges Franju, alla abituale e bravissima Marisa Paredes e alla sorprendente Elena Anaya, nella parte più difficile tra tutte, cioè quella di un uomo 'imprigionato' nel corpo e nelle fattezze di una donna.
Voto: 8.
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