Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
O della vendetta. Anzi, della vendetta della vendetta. Un piatto che si può servire più o meno freddo. Al di là della vicenda che si può definire perlomeno singolare ed un tantino inverosimile, la cosa che funziona meno nella pellicola è il presupposto stesso dell'arte filmica, ovvero la finzione cinematografica. Sfido qualsiasi spettatore a percepire una minima traccia di virilità in Vera, che è la quintessenza della femminilità, dalla grazia nei movimenti, le mani, i lineamenti, gli sguardi ed ogni minima espressione. Semplicemente, la finzione non regge. Forse una Franka Potente o qualche altra attrice androgina, mal che vada una Gianna Nannini, avrebbero conferito una parvenza di verosimiglianza, col grosso svantaggio però di veder svanire la suggestione del fascino di Elena Anaya.
L'atmosfera è un po' quella di un dramma alla Grand Guignol, i protagonisti sono tutti, a loro modo, diversamente perversi, anche se il vero mostro è Robert, il chirurgo, novello lucido Dr. Jekyll, che supportato dalla scienza non conosce remore di alcun tipo, né morali, sociali od economiche, e che rappresenta forse l'archetipo di come la la commistione tra cultura e mancanza di scrupoli possa rappresentare, per il futuro, uno dei pericoli maggiori. La fotografia è talvolta felice, alcune inquadrature sono suggestive e destano benefico stupore, altre volte si percepisce una punta di artigianato fai-da-te, la sceneggiatura non offre passaggi memorabili ed affiora di tanto in tanto un sottile, inspiegabile senso di disagio.Non ci sono buoni o cattivi, ognuno porta il fardello delle proprie colpe che, in un modo o nell'altro, prima o poi si trova a scontare.
Robert è un chirurgo plastico, specializzato nella rigenerazione della pelle. Sua moglie Gal è scappata con Zoca, suo fratellastro, ma in un tremendo incidente è restata orribilmente sfigurata. Mentre Robert sta ricostruendo la pelle della moglie, questa vede la propria immagine in uno specchio e sconvolta dal proprio aspetto si suicida. La figlia di Robert, Norma, subisce un tentativo di strupro, e dopo aver sviluppato una fobia per tutti gli uomini, anch'essa si suicida. Robert rapisce Vicente, il giovane che ha tentato di violentare la figlia, e lo trasforma in Vera, una donna che è la copia perfetta della defunta moglie. Zoca torna a casa e violenta Vera, ma Robert lo sorprende, lo uccide e ne fa sparire il cadavere. Marilia, la domestica di Robert che ne è anche, all'insaputa di lui, la madre, non si fida dell'apparente rassegnazione al proprio destino di Vera e mette in guardia il figlio.
Nulla di particolarmente signiicativo.
Da un regista abituato a mettere in scena le proprie contorsioni mentali non ci si poteva aspettare molto di più né molto di meno. La narrazione non è affatto lineare, cosa che non disturba, ma certe situazioni sono tagliate con l'accetta, e forse certe parti avrebbero meritato maggior cura. Alla fine, la perplessità maggiore è quella legata al sospetto di un certo compiacimento che impedisce di elevare la pellicola alla soglia del genio.
Dal dialogo con la gallina sulle massime fette biscottate al diabolico chirurgo la strada è molto lunga, e l'effetto di spiazzamento è decisamente percepibile. Ciononostante una certa fissità nell'espressione giustifica una dimensione morale imprescrutata del personaggio, e quindi la prova del Nostro si può definire accettabile.
Per chi ha ancora una produzione sufficiente di testosterone, la sua bellezza prevale sulla capacità interpretativa, che risulta, una volta dissipata questa nebbia, comunque satisfattoria e apprezzabilissima.
Di gran lunga la più carismatica del lotto, una delle muse di Almodòvar conferma l'immenso fascino che sconfina, dal livello interpretativo, a quello puramente estetico.
La sua bellezza soffocata al servizio del ruolo, fornisce una prova onesta ancorché limitata.
E' Fulgencio, uno dei colleghi di Robert che lo ricatta. Tutto nella norma.
Un altro dei colleghi del chirurgo, la sua parte è ahimé trascurabile.
Interpreta il Presidente dell'Istituto di Biotecnologia, poche battute per lui.
Il catalano interpreta Vicente, il ragazzo che viene trasformato in Vera. La sua prova è senz'altro buona, decisamente interessante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta