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La pelle che abito

Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film

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La recensione su La pelle che abito

di leporello
8 stelle

Mi domando sempre, vedendo i suoi film, cosa sarebbe Almodòvar senza il colore, il suo “colore”… Non so se lo avete notato anche voi, ma anche il fascio di luce dei fari della macchina è colorato, non può essere bianco no.. è azzurro, azzurro intenso. E quel vassoio recapitato col montacarichi, tra le prime scene: una colazione fatta di co-lo-ri,  “cromofagia”. Ma immaginarsi Almodòvar senza il colore è come pensare Jimi Hendrix senza chitarra elettrica: probabilmente non sarebbe mai esistito, e dunque immagino che la mia sia solo una pippa mental/cinefila. O forse no….
Cerco solo di capire perché questo film non mi sia affatto dispiaciuto… A parte il già conclamato stato di putredine raggiunto di recente dal Pedro, i motivi c’erano tutti: ingenuità perniciosa, sana viziosità ritrita, dialoghi da parrocchia sociale, sviluppo temporale indigeribile, Banderas sull’orlo di una crisi di Alzheimer….(e meno male che ci è stata risparmiata, almeno stavolta, Penelope Cruz…). Ma il livello estetico raggiunto in questo film riesce a centrifugare questa miscela esplosiva rendendola inerte, contemplativa, quasi bella, nonostante le non poche risate di scherno sentite in sala…
Chissà, forse il prode Pedro si è voluto cimentare con un soggetto più grande di lui, in alto, troppo più in alto dei tacchi a spillo e dentro, troppo più dentro dei dialoghi monologanti di chi parla con lei…forse è qui la chiave per interpretare il mistero di un brutto film che piace….
La storia, di suo, non è affatto male (chi è che ha pensato a Cronenberg? Magari l’avesse fatto Cronenberg!!! Sarebbe stato un vero film…), perfettamente confacente allo stile e alle tematiche almodovariane che, al contrario di quel che altri hanno affermato, non trovo affatto rivoluzionati o stravolti, al contrario: Almodòvar ha fatto un film di Almodòvar, ma questa volta completamente senza testa, senza cuore: forzosamente solo con gli occhi. E coi pennelli, e il suo colore. Un quadro magnifico.
Mi domando spesso, ultimamente, perché Almodòvar faccia il regista anziché il fotografo o il pittore. Ma questo non lo so, bisognerebbe chiederlo a lui.

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