Regia di Rob Reiner vedi scheda film
Ritiratosi sulle montagne del Silver Creek per portare a termine la sua ultima fatica letteraria, lo scrittore Paul Sheldon (James Caan) esce di strada dopo una tormenta di neve. Lo salva l'infermiera Annie (Kathy Bates), sua sfegatata ammiratrice. La donna non impiega molto a mettere a nudo la sua vera identità, che oltre a nascondere un passato da pluriomicida ne disvela i marcati tratti psicopatologici. Così, Annie costringe il suo involontario ospite ad una segregazione forzata, incalza con le richieste, lo costringe a bruciare il manoscritto perché nel finale la protagonista (Misery) muore contro il volere di lei, gli si vorrebbe imporre come amante. Ma l'arguzia dell'uomo, costretto all'immobilità, avrà la meglio sulla follia della donna e Paul riuscirà così a liberarsi della sua carceriera.
Claustrofobico, spesso volutamente ripugnante nella eccellente interpretazione della protagonista (giustamente insignita con l'Oscar), il film tratto dall'"estro luciferino" (Grazzini) di Stephen King e sceneggiato da William Goldman (a cui si devono già film come Soldato sotto la pioggia, Butch Cassidy e Il maratoneta) trasmette un'atmosfera angosciante e da incubo, tutta giocata sul lento klimax che il regista innesca minuto dopo minuto. Curatissimo nei dettagli che tratteggiano le esplosioni di follia della donna (uno dei più inquietanti è quello in cui la protagonista armeggia col pappagallo contenente le urine dell'infermo), Misery si avvale anche della bella fotografia - in stile Psycho - del futuro regista Barry Sonnenfeld. Cammeo per J.T.Walsh nella parte di un poliziotto.
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