Regia di Måns Mårlind, Björn Stein vedi scheda film
Il film è sostenuto quasi interamente dalla bravura della protagonista, una sempre intensa e sensibile Julianne Moore, per il resto se la prima parte riesce ad interessare, perchè ancora non si capisce se le vicende abbiano una reale componente sovrannaturale o se invece si tratti di pura malattia mentale, il finale risulta troppo pasticciato, e non si capisce del tutto cosa sia e come faccia ad esistere il personaggio interpretato da Rhys Meyers, che pure si impegna ma è penalizzato dalla sceneggiatura contorta.
Con la volontà di stupire si finisce per complicare eccessivamente la trama, con inserimenti di troppo e mancanza di spiegazioni per certe altre cose; alcune buone intuizioni nel montaggio e nella fotografia non riescono a sollevare la pellicola dalla mediocrità.
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