Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film
Opera seconda per il buon Gianni Di Gregorio che sostanzialmente conferma di saperci fare (almeno quando si muove nel suo orticelllo) e soprattutto di saper trattare, e quindi raccontare, piccole storie con personaggi ordinari che comunque hanno pur sempre qualcosa da dire.
Ne viene fuori un film piacevole e anomalo che si perde (o prova a spingersi troppo oltre?) giusto sul più bello (un finale visionario, ma non determinante).
Gianni (Gianni di Gregorio) è un arzillo sessantenne, e italiano medio, che tra moglie, figlia, vicina, mamma si trova letteralmente circondato da donne (fa eccezione lo scapestrato, ma rilassato, fidanzato della figlia).
Quando poi un giorno si accorge che tanti suoi coetanei, ma anche uomini più anziani, hanno le loro avventure amorose, cerca di darsi da fare, tra la giovane badante, amiche di amici, ed ex che non vede da anni.
Ma alla resa dei conti sono più tanti i guai in cui si caccia che le conquiste effettive.
Gianni Di Gregorio conferma di saper ricreare gustose situazioni rimanendo in spazi e in storie piuttosto limitate e minimali, o forse sarebbe meglio dire a carattere familiare.
Sceglie i volti giusti (comuni, ma non banali), ma soprattutto trova/inventa alcune battute davvero azzeccate (e che riescono a ricordare le commedie d’annata) e alcuni personaggi schizzati con maestria (vedi il fidanzato nullafacente della figlia o la leggenderia madre che fa danni con fanciullesca innocenza).
Per il resto, il racconto scorre sempre docilmente e si entra facilmente nei meandri della quotidianità di Gianni che poi è in scena il vero mattatore anche se quasi sempre finisce vittima delle vicissitudini - tra una pillola blu e un aperitivo allungato con additivi chimici - cosa che peraltro lo rende ancor più simpatico e prossimo allo spettatore.
Insomma, ho trovato questa commedia gustosa e verace pur avendo un approccio assai distinto, peccato solo per un (non) finale - comunque nobilitato da un’ottima scelta musicale, ovvero Here comes your man dei Pixies - all’acqua di rose, che probabilmente dona un tocco d’autore, ma che lascia anche la sensazione di voler far sembrare tutto solo un gioco di ordinaria esecuzione (e quindi con la conseguenza di apparire più velleitario di quanto forse non sia).
Garbato (con qualche piccola ombra strutturale).
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