Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film
Gianni, tranquillo pensionato romano, si destreggia, non senza qualche impaccio, tra moglie, anziana madre aristocratica e spendacciona, figlia e genero nullafacente a carico. La sua routine viene turbata da una senile resipiscenza di passione per il gentil sesso, ma i suoi galanti ed impacciati tentativi di trovare un'amante naufragano tutti più o meno ingloriosamente. Gianni Di Gregorio dirige una garbata commedia minimalista che è anche agrodolce satira su una figura sempre più diffusa nelle nostre città, quella dell'anziano che, Viagra nel taschino, si reinventa seduttore ben oltre la soglia della maturità: il ritratto del suo protagonista è dipinto nei colori tenui di un'amabile ironia e, complici la luce calda ed avvolgente di una Roma assolata e primaverile ed una piacevolissima ed ironica colonna sonora, convince ed avvince per tutta la prima parte del film, davvero deliziosa. Poi, purtroppo, qualcosa si rompe: la sceneggiatura esaurisce progressivamente tutte le sue idee e si avvolge su sé stessa, diventando noiosa e ripetitiva, Di Gregorio s'innamora visibilmente del personaggio da lui interpretato che finisce per vampirizzare tutte le scene, lasciando praticamente solo le briciole ai tanti sapidi comprimari che, inesorabilmente, finiscono per restare figurine appena abbozzate. Svanito così l'incanto che aveva sorretto un promettentissimo inizio, restano le tre stelle di un'operina piacevole ed irrisolta e il sommesso rimpianto della classica occasione mancata.
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