Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Cinema d'altri tempi, soggetto d'altri tempi, anche attori d'altri tempi. "Le miserie del signor Travet", infatti, è tratto da una commedia teatrale minore dell'ottocento (di Vittorio Bersezio), ambientata nel breve periodo in cui Torino fu capitale d'Italia. Certe dinamiche d'ufficio, però, sono esattamente quelle di oggi, come posso testimoniare personalmente, anche se qui molte situazioni sono caricate all'eccesso, a beneficio dello spettatore teatrale prima e cinematografico poi. Sfrondata della mediocre storia d'amore tra Marianin Travet e Paolo, figlio di un fornaio, contornata dall'esosa presenza del Camillo Barbarotti interpretato da un giovane Alberto Sordi, la vicenda dell'impiegatuccio Ignazio Travet (nome divenuto ormai sinonimo dell'umile impiegato soffocato dalle pratiche in ufficio, a fronte del basso stipendio) è pienamente convincente e credibile, seppure virata da Soldati soprattutto sull'aspetto comico, anche grazie a un gruppo di attori che il nostro cinema d'oggi si può soltanto sognare. Tra questi spiccano Carlo Campanini (in altre occasioni indimenticata spalla di Totò), Gino Cervi (sempre e comunque bravissimo), Luigi Pavese (secondo me il migliore di tutti, nella parte dell'untuoso e presuntuoso capo sezione) e Gianni Agus, cattivo come ai tempi del capufficio di Fracchia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta