Regia di Alister Grierson vedi scheda film
Film d’avventura con sfondo fortemente drammatico, oltre che spettacolare (che poi è l’aspetto cardine della produzione), che utilizza espedienti tutt’altro che nuovi o particolari per raccontare una spedizione che prende una piega assai difficoltosa.
Il sub Frank McGuire (Richard Roxburg) è da sempre impegnato nell’esplorazione degli spazi più lontani dallo sguardo dell’uomo.
La sua nuova meta è una grotta sotterranea che dal bel mezzo di una foresta si collega al mare e che in buona parte è ancora sconosciuta.
La missione è finanziata dal magnate Carl (Ioan Gruffudd), ma quando quest’ultimo si recherà sul posto per provare forti emozioni saranno colti di sorpresa da una violenta tempesta e l’unico modo per uscirne vivi sarà trovare la via d’uscita verso il mare che ancora nessuno conosce.
Fin da subito gli spazi fanno la parte del leone e ben presto si passa dai campi larghi (la foresta ripresa dall’alto in tutta la sua imponenza) a quelli assai più ristretti e pericolosi fatti di tunnel subacquei.
Il marchingegno è piuttosto convenzionale e non ci si perde nemmeno troppo tempo dietro (il tutto avviene in maniera fin troppo repentinea), basta giusto una mezz’oretta di introduzione, e di livello tutto sommato adeguato, per far precipitare il gruppetto di protagonisti in un’avventura che in pratica procede ad eliminazione.
Le tante scene sott’acqua tolgono il fiato e provocano una certa immedesimazione, per quanto i dialoghi, comunque non molti, siano tutt’altro che effervescenti e che più di una risoluzione non sia poi il massimo della vita, ma la tensione mantiene sempre un target almeno discreto e l’ambient viene sfruttato con buona abilità tecnica.
Per il resto alcuni espedienti sono alquanto improbabili, vedasi per esempio il ricongiungimento verso la fine con Carl (nemmeno fossero nell’androne di un condominio), ma non mancano nemmeno sussulti degnissimi come l’arrivo ad un passo dalla superficie (e con l’amletico dubbio se andare avanti o aspettare e sopravvivere sperando), in corrispondenza di un carro armato giapponese, e poi tutto il finale che veleggia tra l’aldilà e la vita.
Nel complesso si tratta di un film accademico, ma realizzato con cognizione di causa e mezzi adeguati alle circostanze, che sa regalare ciò che ci si aspetta senza però andare oltre (ma anche evitare rischi inutili può essere visto come segno di professionalità).
Comunque spettacolare e intraprendente, visione semplice, ma assolutamente all’altezza.
Dimostra di saper congeniare spettacolo, sfruttando al meglio i mezzi tecnici a sua disposizione.
Il resto è al più accademico, ma ciò non pesa nemmeno tanto visto quanto richiede il contesto.
Attore dotato qui in una parte convenzionale nella quale non spicca di certo.
Comunque dignitoso.
Probabilmente il suo ruolo è sviluppato un pò meglio degli altri, anche per merito suo.
Più che sufficiente.
Il suo personaggio passa dalla voglia di avventura alla paura di non farcela.
Appena sufficiente.
Non gli manca la volontà e grazie anche a questo alla fine se la cav(icchi)a.
Sufficiente.
Non dura tanto.
Sufficiente.
Tra i sub incastrati nella grotta è protagonista di un momento molto toccante.
Sufficiente.
Praticamente si tratta di una fugace apparizione.
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