Regia di Asif Kapadia vedi scheda film
In operazioni come quella di Senna c'è sempre un certo rischio di agiografia, rischio non del tutto evitato qui nel documentario di Kapadia. E, come in ogni agiografia che si rispetti, è necessario un antagonista, qui impersonato dal pilota francese Alain Prost, peraltro uno dei più vincenti nella storia della Formula Uno.
La prima parte del film è incentrata sull'ascesa di Ayrton Senna prima nelle corse di kart e poi nel mondo dell'automobilismo. La seconda, invece, ricalca il percorso che conduce inevitabilmente - com'è ovvio, per una storia che tutti già conosciamo - alla curva del Tamburello dell'autodromo di Imola.
Pur nel suo schematismo, il documentario di Kapadia ha il merito di mostrare spezzoni filmati nei quali i protagonisti si mandano francamente a quel paese, anche accusandosi a vicenda di manovre pericolose che, sui bolidi della Formula Uno, possono avere esiti letali, salvo riappacificarsi al momento del ritiro di Prost dal mondo delle corse.
Alla fine, Senna riesce quanto meno ad impadronirsi delle qualità del suo protagonista, che poteva rimanere simpatico oppure antipatico, ma di sicuro aveva il dono dell'originalità, tanto da citare tale Fullerton come l'avversario più difficile della sua carriera (si trattava del pilota di kart britannico Terry Fullerton, capace di battere il campione brasiliano ai tempi in cui gareggiava nelle corse con quel mezzo).
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