Regia di Asif Kapadia vedi scheda film
Razionalmente bisogna avere il coraggio di ammettere una cosa: più è tragica e inaspettata la morte di un personaggio pubblico, più l'aura che lo circonda diventa ampia. Senz'altro la scomparsa di Ayrton Senna ha sconvolto il mondo sportivo (e non solo) in modo talmente radicato da indurre gli "addetti ai lavori" ad apportare le necessarie modifiche affinchè, chi pratica l'automobilismo in F1, sia tutelato il più possibile. Questo documentario di Asif Kapadia è ben costruito ma è talmente shematico da sembrare ben fatto, non fosse per il modo freddo, senza sentimenti, con cui affronta la vita di uno dei piloti che più ha rappresentato la F1, i successi, le vittorie, le poche sconfitte e le tante conquiste, la simpatia e l'umanità che caratterizzavano il pilota brasiliano scomparso all'apice di una carriera sfavillante. Le immagini di repertorio rendono tutto più realistico e triste ma ci mostrano il vero Ayrton, non quello dei ricordi ma quello del vissuto. I ritmi lenti abbassano spesso l'attenzione e fanno risultare la pellicola noiosa, anche se, nell'ultima ora, il ritmo torna incalzante e l'interesse è concentrato sugli ultimi anni di vita e di carriera di Senna, ben raccontati forse perché più intensi. La formula documentaristica finisce per essere interessante a tratti, seppur estremamente affascinante, ma una biografia vera e propria non sarebbe da escludere a patto che sia fedele allo spirito più intimo dell'indimenticabile Ayrton Senna.
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