Regia di Patricio Guzmán vedi scheda film
Il deserto di Atacama, in Cile, per le sue particolari condizioni climatiche è il luogo prediletto dagli astronomi. Vi sorgono i più importanti telescopi al mondo. Ma in Atacama, durante la dittatura di Pinochet, venivano seppelliti in fosse comuni gli oppositori politici, i tristementi famosi "desaparecidos" dei fascismi sudamericani. Il doloroso documentario di Guzmàn (alla seconda prova dopo l'eccellente "Allende") crea un parallelo fra la ricerca del nostro passato fra le stelle e la ricerca, terrena, del passato del Cile, con queste donne ormai anziane che s'avventurano da vent'anni, armate di piccole pale e piccoli contenitori, alla ricerca, disperata, dei loro cari chissà dove sepolti. Ogni tanto trovano frammenti d'ossa, crani, piedi, reperti urlanti di una barbarie disumana e impunita. Lentamente ritorna la memoria, il passato. L'ostinazione di quei volti ormai anziani, commuove. Guzmàn ha un passo herzogiano, filosofico, incastra il cosmo con la terra, la pacata bellezza del cielo di Atacama con le lacrime. Tutto con tenerezza, rispetto e assoluta mancanza di retorica. L'importanza del ricordo, in un film bellissimo e necessario.
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