Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Uno dei punti più alti nella filmografia di Totò, film fortemente figlio della grande tradizione teatrale napoletana, "Miseria e nobiltà" è una commedia che non ci si stancherebbe mai di rivedere
Le vicende di don Felice Sciosciamocca, che da scrivano squattrinato si trasforma in un nobile per una farsa a fin di bene insieme a tutto il parentado, è forse uno dei punti più alti di quell'autentico tsunami di comicità che è stato Totò. Funziona tutto a meraviglia in quella che è la più classica delle commedie degli equivoci, con scene entrate di diritto nella storia del cinema italiano come l'abbuffata di spaghetti o la dettatura della lettera da parte di un bifolco analfabeta. E se Totò è libero di sfoderare buona parte della sua inesauribile capacità espressiva, non di meno sono i comprimari che, in un lavoro corale come questo, rivestono la medesima importanza del protagonista. Tutto ciò è figlio della grande tradizione teatrale napoletana, da cui Totò stesso comunque proveniva, e niente si perde della sua forza espressiva nella staticità delle poche scene, che saggiamente il regista sceglie di mantenere anche nella versione cinematografica.
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