Regia di Kenji Mizoguchi vedi scheda film
Un Mizoguchi inedito-per lo meno da noi in Italia-molto politicizzato e soprattutto:femminista militante;Flame of my love(Fiamma del mio amore o meglio Il mio amore brucia)inizia con una didascalia che non dà adito a dubbi sul contenuto del film:"Questo film, racconta le dolorose lotte di una donna,nel nome della libertà,contro il sistema feudale,tramandato nel tempo.La chiamata,è rivolta alle nuove generazioni,per la liberazione delle donne."
La storia del film si dipana tra il 1880 ed il 1890 e narra le vicende di Eiko Hirayama,giovane attivista del Partito Liberale in una cittadina di provincia,la quale,ispirata dalle orazioni di Toshiko Kishida(una Aung San Suu Kyi dei giorni nostri)decide di trasferirsi a Tokyo per poter partecipare più concretamente alla lotta per i diritti delle donne e per il varo di una nuova costituzione.Per la verità ci sono altre ragioni che hanno spinto Eiko ad abbandonare la casa natale:incomprensioni con la famiglia conservatrice,il desiderio di raggiungere il suo amico ed amato Ryuzo Hayase.C'è anche il disgusto e l'indignazione da parte della protagonista,per la sorte capitata alla servitrice Chiyo,venduta come schiava ad un malavitoso dalla famiglia bisognosa di soldi.Le due donne si incontreranno successivamente nel prosieguo del film e le loro decisioni congiunte,daranno veramente una svolta al significato della pellicola.Giunta alla Capitale Eiko conoscerà presto il vero volto dell'amico Ryuzo,traditore della causa politica,doppiogiochista e spia del governo.Ryuzo forse è innamorato di lei,ma preferisce anteporre agli affetti,prima di tutto il benessere personale.Smaltita la delusione,Eiko trova lavoro presso il giornale ufficiale del Partito Liberale,qui incontra l'amore e la condivisione degli ideali di Omoi:leader del partito stesso.Un"giro di vite"del governo conservatore porterà all'incarcerazione di Eiko e Omoi.In prigione Eiko incontra la sua ex domestica Chiyo,che nel frattempo era stata arrestata per aver dato fuoco(in segno di protesta per lo sfruttamento lavorativo delle donne)ad una fabbrica tessile.L'inferno del carcere metterà a dura prova la resistenza delle due donne,fino a quando nel 1889 la promulgazione di una nuova costituzione, porterà al rilascio per amnistia dei prigionieri politici,tra cui Eiko,l'amato Omoi e Chiyo.La ritrovata unione porterà alla rifondazione del Partito Liberale,ma problemi e compromessi di natura prettamente umana,che non svelerò,disattenderanno ancora una volta le legittime aspirazioni di Eiko...
La situazione femminile in Giappone è sempre stato un tema portante nella filmografia di Mizoguchi,ma mai come in questo caso il maestro nipponico ha abbandonato la propria poetica,per affondare decisamente il colpo.Ecco alcuni dialoghi:"La condizione delle donne?Lo dicevi sempre,nel nostro paese.Parlavi di un mondo migliore.Non ne vedo il segno,da nessuna parte.Per le donne,è così in ogni luogo.Vengono abusate e sfruttate.Non riuscirai mai a capire.Sono stata venduta,una volta arrivata a Tokyo.Il mio corpo un tempo puro,è stato ripetutamente infangato.Però, almeno...ho conosciuto il mio primo amore.Sai chi è.È il truffatore che è venuto a comprarmi.Nonostante la sua inettitudine,ha fatto di me una donna.Una cosa del genere,non può essere dimenticata.Capisci?No, non puoi!Non puoi capire"!Così parla la disincantata e rassegnata Chiyo a Eiko,quando queste si incontrano in prigione.
Questo è invece il discorso che Eiko rivolge a Chiyo verso la fine del film:"Pensi davvero di raggiungere la felicità,in questo modo?Finché gli uomini la penseranno così,le donne non saranno mai libere.Libertà e uguaglianza,sono le condizioni per rendere felice una donna.Lui ha sempre avuto questa concezione del mondo femminile,mentre noi ci battevamo per i nostri ideali.Non l'avrei mai immaginato".
Il tema della violenza verso le donne è rappresentato molto crudamente(fabbrica tessile e carcere),ma anche la violenza tra donne fa la sua comparsa come nel precedente"Le donne della notte".
La protagonista Eiko è interpretata dalla grandissima e meravigliosa Kinuyo Tanaka(attrice feticcio del regista),ma anche la bellissima Mitsuko Mito nella parte della"maledetta"Chiyo fa un'ottima figura. Il film è tratto da un racconto di Kôgo Noda e alla sceneggiatura vi è un altro grande del cinema giapponese:Kaneto Shindô.
Attenzione alla sequenza finale:non vorrei essere troppo malizioso,ma io personalmente ho intravisto un sottotesto lesbico...
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