Regia di Martin Campbell vedi scheda film
Lanterna Verde è noto ai più come il supereroe nero del cartoon Justice League, John Stewart, ma al cinema si è preferito il più classico e bianco Hal Jordan, personaggio fine anni 50 e protagonista di un fumetto oggi tra i più letti d’America (grazie al rilancio per mano di Geoff Johns, tra i produttori della pellicola). Ma non conta molto, considerato che son rimasti ben in pochi a leggere comics Oltreoceano, così una montagna di soldi (200 milioni di dollari) ha prodotto un topolino fosforescente (a oggi poco più di 110 milioni di incasso). Hal Jordan è un top gun che eredita da un alieno morente il superanello del corpo di polizia intergalattico delle Lanterne Verdi. Secondo i celesti (sono proprio azzurri) guardiani di Oa gli umani sono troppo emotivi, inoltre si aggira per lo spazio una nube gialla, Parallax, entità che rappresenta la paura e minaccia l’intera organizzazione (e dunque pure l’Universo). Il villain è insomma vaporoso pure in senso letterale, il protagonista è noiosamente privo di paura e problemi, l’ambigua Lanterna Sinestro, dal volto viola, si atteggia sinistramente senza nulla combinare mentre i guardiani di Oa fanno gli altezzosi antipatici. Mancando palesemente il dramma, dovrebbe compensare il sense of wonder, ma il tripudio di effetti speciali in trasparenza verde e gialla e in 3D aggrediscono le retine degli spettatori. Pure il design è poco fantasioso e la colonna sonora banale, così che si finisce col rimpiangere persino il pasticciato Tron Legacy. Al termine dei titoli di coda si pianta il seme di un sequel: speriamo non attecchisca.
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