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Come l'acqua per gli elefanti

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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La recensione su Come l'acqua per gli elefanti

di Pimentella
5 stelle

Un'opera mélo, melliflua e poco determinata come una veste morbida che si dispiega su un corpo poderoso. Questo film, ambientato nell'America della grande depressione, sembra quasi sospendere il tempo entro la surreale e magica atmosfera circense...

Il racconto di un amore. La storia di una vita e della solitudine di un tramonto. Un uomo e i suoi nostalgici ricordi tenuti stretti in un pugno come unica ricchezza rimastagli in un presente di abbandoni e assenze…

Jacob, il protagonista, rimasto orfano, cercherà di sopravvivere alla meglio e l’incontro con il sospeso mondo del circo gli concederà l’opportunità di guardare avanti. Perché è lì che incontrerà l’amore della sua vita. Sullo sfondo i protagonisti feriti, gli animali , vittime indifese di un carnefice prepotente e vanaglorioso. Sfruttamenti e violenze contro le quali proverà a rispondere Jacob in un sistema radicato con proprie regole difficili da abbattere, in un sistema fatto di povertà, duro lavoro, sangue e fango.

Il soggetto è tratto da un romanzo di Sara Gruen, “Acqua agli elefanti” (2006).

Il tono pacato, nebuloso, rende il ritmo troppo lento. L’incedere ovattato imprigiona lo slancio che avrebbe potuto portare il film su un altro livello, viste alcune tematiche interessanti contenute nella trama.

Ma il livello, purtroppo, resta basso e certe tematiche vengono soltanto costeggiate, come osservate attraverso un velo. Quel che non manca, anzi abbonda e trabocca, è la dolcezza, una patina zuccherina che avvolge l’intero film e che potrebbe, per carità, anche risultare gradevole se non fosse che uccide la bellezza di alcuni punti ammansendoli, condannandoli alla mediocrità.

Fatta eccezione per i mal gestiti sbalzi nevrotici di August, tutto è presentato in sordina anche l’amore. E magari proprio questo sarà stato l’autentico intento del regista, questa la sua lettura di un romanzo collocabile cronologicamente nel periodo della grande crisi. In un momento storico in cui niente vi era né di stabile né di certo, l’Amore e i suoi risvolti potevano rappresentare un’ancora, l’energia per un motore in panne e l’autrice del romanzo così come il regista hanno tenuto a sottolineare questo aspetto.

Bravo Christoph Waltz e le sue pose quasi plastiche, perfetto domatore, frustrato e malvagio. Quanto a  Pattinson e Whitherspoon interpretano bene i loro ruoli in perfetto stile “Harmony”, teneri innamorati  assorti nei loro sogni…e la scenografia e la sceneggiatura rispondono a queste esigenze espressive risultando anch’esse molto romanzate.

Lo spettacolo c’era, ma qualche acrobazia, magari con funamboli e volteggi , avrebbe reso il numero da applaudire…

 

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