Regia di John Lasseter, Brad Lewis vedi scheda film
C’erano almeno due validi motivi per i quali questo seguito era particolarmente atteso:
- a suo tempo “Cars”riservò gags, e quindi risate, a catinelle con un disimpegno totale, ma estremamente contagioso;
- il ritorno sulla scena di John Lasseter nome tutelare per antonomasia dell’universo Pixar-.
Pur essendo nel complesso un lavoro dignitoso la delusione non può essere nascosta proprio perché le speranze riportate pocanzi sono state in buona parte disattese.
Saetta McQueen decide di portare con se l’amico combinaguai Cricchetto al World Grand Prix nel quale si troverà a sfidare il temibile Francesco Bernulli in un continuo duello rusticano.
Ma mentre in pista i due si sfidano all’ultimo sorpasso, al di fuori delle corse Cricchetto finisce nel bel mezzo di una missione segreta che è chiamata a sventare le malvagie intenzioni di un’organizzazione criminale che vuole sabotare le gare ed eliminare i loro protagonisti.
Toccherà quindi a lui salvare l’amico di sempre e rifarsi dopo tanti disastri.
L’intrigo spionistico si prende fin da subito la scena principale così che si capisce rapidamente come lo spirito del primo “Cars” sarà completamente snaturato.
Così le risate sono molte contenute, e peraltro molte gags appaiono un po’ spuntate, la trama è farraginosa (d’altronde non siamo comunque in un thriller, ma il meccanismo è più che altro un pretesto), la morale sull’amicizia non offre niente di nuovo, mentre è sempre attinente quella più prettamente legata ai temi ecologistici.
A salvare il tutto così ci pensa la parte tecnica che qui arriva a toccare livelli di qualità di assoluta validità, con dettagli raffinati e sfondi curati alla perfezione in grado di rapire completamente lo sguardo.
Ma d’altro canto si vive anche di cuore ed in questa circostanza la Pixar fa chiaramente cilecca, un mezzo passo falso tanto inatteso quanto imprevedibile alla vigilia.
Insomma questa volta le idee non hanno fatto centro (certo propongono soluzioni diverse, ma di scarsa efficacia), rimane un film da vedere solo per il gusto dello sguardo, il che comunque in se non è poi poco, ma nemmeno la panacea di tutti i mali.
Disorientato.
Semplicemente strepitoso dal punto di vista tecnico, ma il resto se lo è un pò perso per strada ed è un vero peccato.
Semplicemente strepitoso dal punto di vista tecnico, ma il resto se lo è un pò perso per strada ed è un vero peccato.
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