Regia di John Lasseter, Brad Lewis vedi scheda film
E ci ritroviamo qui, ad annaspare nel caldo, ma sempre inseguiti dalla minaccia di un temporale estivo la cui entità non è peraltro prevedibile. Tutto come ogni estate, dunque. Ma, cinematograficamente parlando, la mia percezione è che questa sia un'estate un pò diversa. Paiono spariti perfino quei fondi di magazzino che ogni stagione estiva tappavano buchi e venivano smontati dopo pochissimi giorni, per lo più thriller scalcagnati made in USA che erano rimasti nel cassetto 3 o 4 anni oppure improbabili horror italiani che parevano girati nel tinello di casa. Non è che proposte simili non esistano più, solo che escono al massimo in 4 o 5 città. No, perchè quest'anno abbiamo questi tre kolossal che si sono messi di traverso come macigni lungo il percorso, impedendo il passaggio a chiunque altro. "Cars 2", "Transformers 3" e "Harry Potter" hanno letteralmente invaso le sale e multisale, occupando tutti gli spazi possibili. E' un bene? E' un male? Per gli esercenti è sicuramente una manna, perchè anche a luglio vedono la gente in fila alle casse per quei tre film "che bisogna vedere per forza". Personalmente, da vecchio ardimentoso cinefilo, la vedo un pò grigia, e per almeno tre motivi...1) con la scusa del 3D e con la scusa del "grande blockbuster popolare", molti gestori hanno già praticato un discutibile aumento del prezzo del biglietto 2) ogni volta che un solo titolo occupa militarmente fino a 3 sale di un medesimo multiplex, io avverto sempre puzza di "prepotenza culturale", di voglia di "sbancare il banco", di "fare il pieno" spremendo il limone fino all'ultima goccia, alla faccia di eventuali proposte alternative, le quali peraltro sono pressochè inesistenti in quanto vittime di una censura di mercato che si attua già a monte del processo di distribuzione. 3) il livello dei 3 "filmoni" in oggetto (parere personale ma legittimo come quello di chiunque altro) non è tale da giustificare una politica così trionfalmente invasiva. Cominciamo da un dato di fatto. La critica ha accolto "Cars 2" nell'ottica di una moderata insoddisfazione, con toni che vanno dall'apprezzamento tiepidissimo fino alla delusione più cocente. Io sono perplesso. Perchè è vero che ques'ultima produzione Pixar non pare essere all'altezza dei precedenti lavori e dunque non in grado di suscitare i consueti entusiasmi. Ma è pur vero che la classe, la poesia, l'intelligenza, la finezza, che caratterizzano lo staff creativo americano, sono comunque presenti anche in questa occasione. Certo, in dosi più calibrate, ma anche stavolta il primato intellettuale-artistico targato Pixar trova la sua riconferma. Dopo tre capolavori epocali (a mio giudizio, s'intende) come Wall-E, Up e Toy Story 3, stavolta la scelta di campo è stata diversa. Ciò che ha reso quei tre film dei capolavori era la sintesi di efficace intrattenimento popolare e di livelli di Poesia e di Lirismo prossimi all'eccellenza. Questa volta si è preferito lasciar dilagare il solo spirito di entertainment, cioè divertire e basta. Stavolta si sorride soltanto, non si pensa. E' una colpa questa? Beh, diciamo che dal primo della classe ci si aspetta solo e sempre il meglio. Questo, comunque la si pensi, è oggettivamente un film ricchissimo, di tutto: di personaggi, di musica, di colori, di azione, di snodi narrativi, ma soprattutto di IDEE. Qui sta il punto. Perchè ricchezza di idee e ricchezza di gag sono due cose (attenzione!) piuttosto diverse. Anche i prodotti della Dreamworks sono ricchi, ma ricchi di gag molto più che di idee. Intendiamoci, si tratta di gag che colpiscono quasi sempre nel segno ma che non spostano di un millimetro una certa convenzionalità nei codici di fruizione del film. Insomma, io ho la sensazione che gli sceneggiatori (e tutto lo staff creativo della Dreamworks) siano una formidabile fabbrica di gag mentre mi pare che la squadra Pixar non sia così rigidamente vincolata a questo processo tecnico-meccanico. Sì, anche lì abbiamo battute e gag, ma esse sono più funzionali alla complessità della storia piuttosto che obbligate a cercare la risata clamorosa ad ogni costo. In altri termini, io intravedo da una parte una tecnica eccellente, ma dall'altra parte vedo qualcosa di meglio: l'intelligenza, il ragionamento, una certa coerenza etica (ferma restando la consapevolezza che in "Cars 2" non è presente quella Poesia Alta che trionfava nelle precedenti opere). Chiedo scusa per il bizzarro riferimento gastronomico, ma io quando vado a vedere un prodotto targato Pixar, mi sento in pò come il fedele cliente di una trattoria che amo frequentare con puntualità perchè so che lì si cucina con AMORE; può anche capitare che per una volta ti servano una pasta un pò scotta, ma glielo perdoni in quanto sai bene che in quella cucina i cuochi lavorano "con sentimento". E così il Cinema, quello Grande e ambizioso, non può limitarsi a fabbricare gag infallibili che catturino il consenso del pubblico, ma deve possedere quella "marcia in più", quell'ambizione ad uscire dai confini della comicità elementare. Insomma quel "quid" che ormai da anni contraddistingue il Cinema Pixar. E anche quando (o per scelta consapevole o per incidente di percorso) il prodotto appare minore (o molto meno ambizioso del solito), beh, anche ponendo a confronto due operazioni comparabili sul piano del mero entertainment, io credo che "Cars" stravinca su "Kung Fu Panda". C'è comunque in questo film un punto sul quale tutti possiamo concordare: il corto iniziale è talmente bello che vale da solo il prezzo del biglietto. In esso vengono ripresi tutti i personaggi-giocattolo di "Toy Story" (con un cammeo della piccola Bonnie!), con il solito stile irresistibile, assolutamente geniale, tra lo stralunato e il malinconico. Un corto che non mi stancherei mai di rivedere, e di fronte al quale (pur nella sua brevità) l'intera produzione animata Dreamworks scompare. Altra nota deliziosa è la caratterizzazione estetica che viene attribuita alle varie città in cui si sposta l'azione del film, in particolare Parigi ci appare di una bellezza inarrivabile. Due parole sulla vicenda che, come la Pixar ci ha abituato, non è mai banale ma anzi, volendo, un pò complessa (almeno, suppongo, agli occhi di un bambino), perchè è in pratica una spy-story, con qualche risvolto "alla zerozerosette". Ma a questo punto si rende necessaria una riflessione sull'elemento centrale della pellicola, ciò che però ne definisce anche il limite più evidente. Mi riferisco alla scelta di rendere protagoniste assolute dell'opera delle automobili. I creativi della Pixar in questo senso hanno fatto miracoli, rendendo vive e palpitanti quelle lamiere, facendone personaggi che ansimano, respirano, strepitano, si corteggiano, verrebbe quasi da dire "personaggi in carne ed ossa". Eppure "più di tanto" non era possibile fare, perchè le automobili, proprio per la loro conformazione e materia, non possono esprimersi "più di tanto" in termini umani. E questo fissa già un evidente confine espressivo. Bravi, bravissimi, alla Pixar...ma stavolta alle prese con dei limiti oggettivi a livello di possibilità espressive. Ciò detto, possiamo uscire da questa imbarazzante empasse critica guardando all'immediato futuro, cioè ai due progetti Pixar già in fase di lavorazione e che promettono gli eccelsi livelli di qualità a cui la "casa" ci aveva abituato fino a "Toy Story 3". Concludendo. Certamente non la Pixar migliore, ma la qualità e l'intelligenza non mancano nemmeno stavolta. Brillante per gli adulti. Colorato e divertente per i bambini. Funziona. Solo che, per la prima volta, il cinefilo si deve accontentare di una minore ambizione. Ma sono convinto che sia solo una pausa per riprendere fiato.
Voto: 10
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