Regia di J.C. Chandor vedi scheda film
Un'ignobile operazione propagandistica per persuaderci del volto umano degli speculatori, ovvero, dei traders, i cosidetti colletti bianchi, che hanno causato la perdurante catastrofica crisi finanziaria. Il film li giustifica sottilmente mentre ne denuncia pelosamente il cinismo. C'est la vie. Fa' parte della Storia e si rammentano le date delle varie crisi finanziarie dal 1800 in poi. Il film ci vorrebbe dare ad intendere che l'unico responsabile di quella condotta immorale (seppur legittima) è il capo dei capi, una sorta di dittatore dei mercati; tutti gli altri sarebbero normali e disgraziati lavoratori indefessi. Certo, come gli ufficiali nazisti che si discolpavano asserendo di aver eseguito solo degli ordini. La banalità del male. Povero il manager che piange la morte del cagnolino, scacciato persino dalla moglie - contrappasso consolatorio della fiction : un individuo così non può essere amato. Qualche pena, sia pure immaginaria, la deve scontare. Il bello è che li vedi struggersi ma, poi, scelgono sempre il vil denaro. Che dolore! E' un modo per giustificare l'andazzo statunitense. Così fan tutti, in fondo. Manco a dirlo che la realtà è ben altra. Nel senso che gli uomini sono peggio di quello che ci mostrano gli schermi, non fraintendetemi. Tutti quegli scrupoli non se li fanno proprio. Ma noi dobbiamo crederci. Come lavoro filmico è asettico, monotono e monocromatico, squadrato, in una parola, disumano come l'ambiente di cui narra. L'umanità è appena accennata in brevi siparietti (il cagnolino agonizzante, la chiacchierata amichevole durante il break, il confronto fugace con l'ex moglie ), mai davvero rappresentata. Diciamo che si salvano un po' le interpetazioni. Trovo convincente ed affascinante Demi Moore nei panni della direttrice algida, molto meglio, però, nel film precedente. Secondo me è un'attrice sottovalutata o è lei che non sa scegliere i copioni. Domandatevi come mai nei film USA mainstream il villain è sempre un attore britannico, straniero. E' la propaganda, bellezza.
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