Regia di J.C. Chandor vedi scheda film
La crisi economico-finanziaria più dura dell'ultimo secolo è stata oggetto di analisi e riflessioni da ogni punto di vista. Ecco che arriva anche la settima arte a corredo delle moltissime prospettive che hanno cercato di ricostruire gli eventi. È, nella sostanza, la vicenda della Lehman Brothers, dei suoi dipendenti straricchi licenziati dall'oggi al domani allorquando divenne chiaro che i derivati sui quali per anni si erano protratti i giochetti degli speculatori finanziari erano diventati carta straccia, robaccia da dare in pasto ai risparmiatori più sprovveduti che sono stati i primi a pagare un conto salatissimo, mentre questi capitani di ventura vedevano rimanere intatti i propri capitali anche con la crisi che loro stessi avevano generato.
Nel film la vicenda mette al centro un analista finanziario (uno Stanley Tucci come sempre strepitoso) che si occupa del settore rischi e che viene licenziato proprio quando sta per scoprire la falla. L'uomo passa allora il testimone a un giovane manager (Quinto) che si rende conto della gravità della faccenda, ne informa il suo capo (Bettany) e così a risalire fino all'uomo di punta della piramide, un Jeremy Irons che arriva simbolicamente dal cielo in elicottero. Cosa fare? Vendere tutto e licenziare tutti? E con quali costi per la società intera?
Con un ritmo tesissimo, un cast di all-stars e un copione di impianto teatrale e claustrofobico centrato soprattutto sui dialoghi, l'esordiente J.C. Chandor firma un'opera che si impone come strumento di riflessione, mostrandoci il backstage di un mondo popolato da squali.
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