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Margin Call

Regia di J.C. Chandor vedi scheda film

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La recensione su Margin Call

di dollyfc
10 stelle

Quando questo film uscì in sala non mi fu possibile vederlo e nel frattempo non ho letto molte recensioni; non volevo farmi influenzare più di tanto , e questo perchè, una volta saputo l'argomento trattato, temevo do trovarmi di fronte all'ennesima versione cinematografica sulla crisi economica degli ultimi anni, quindi, se ci fosse stata anche una piccola possibilità di riscatto, volevo gustarmela in pieno. Risultato : sono stata soddisfatta alla grande.
La grande finanziaria di turno gestita con allegra spregiudicatezza da un manipolo di broker capitanati da un soggetto ambiguo che ammette con sfacciato candore di essere a capo di un simile patrimonio , non perchè dotato di grandi qualità imprenditoriali, ma semplicemente perchè " ha fiuto per annusare l'aria che tira..." ,è già tutto un programma.
Ma il valore di questo film sta tutto nella interpretazione degli attori che trasmettono, prima, un senso di potenza infinita come fossero divinità che si prendono gioco dei comuni mortali , a loro volta rei di volere forse di più di quanto sia possibile, e quindi, disposti a credere a tutto ciò che viene loro promesso, chiudendo bene occhi e naso, pur di raggranellare qualche soldo in più ; poi, quando il castello di carte cade miseramente, e tutti sono chiamati a rispondere delle loro responsabilità,  si lasciano andare ad una sorta di autocommiserazione, cercando , ognuno a proprio modo, la  giustificazione al loro comportamento, chi, credendo di avere agito nel nome del bene comune, chi, più scafato, ben consapevole di avere giocato col fuoco.
Quasi tutte le scene si svolgono all'interno di un grattacielo, in uffici freddi e uguali a mille altri e dalle ampie vetrate una vista panoramica sulla città piena zeppa di altri grattacieli ed altri uffici : sia gli interni che gli esterni danno un senso di claustrofobia incredibile.
In una delle poche scene all'esterno, uno dei principali protagonisti, di fronte a casa, una palazzina d'altri tempi, mentre pensa con nostalgia al lavoro intrapreso dopo gli studi quando lui, ingegnere, aveva costruito un ponte che negli anni ha servito migliaia di persone, ...un lavoro costruttivo ...!
Ma ora deve rimediare al danno, poi ,chissà, forse potrà tornare all'antico mestiere....
Certamente , come ho detto , non è il primo film sull'argomento eppure in questo caso , a mio modesto parere, si sente maggiormente la tensione e ci si ritrova una volta di più, con la consapevolezza che ci siamo incartati, proprio come nel gioco delle carte dove avendo tenuto in mano troppe carte  non riusciamo a chiudere il gioco, in questo caso abbiamo perso di vista lo scopo della nostra vita tenendo per buone alcune cose inutili e non riusciamo a tornare indietro.

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