Regia di J.C. Chandor vedi scheda film
la fine del mondo in una rappresentazione teatrale. banche, finanza, trader, broker e i soldi; il tutto e il niente in un solo sognificato, come dice jeremy irons, i soldi non sono niente,ma sono tutto. chiunque sia lì, è lì perchè girano un sacco di soldi. aldilà di quello che uno ha studiato o progettato, come stanley tucci e il suo ponte che fa risparmiare anni di vita tramutati in kilometri, è lì perchè si guadagnano più soldi. non ci sono morali, scrupoli, che tengano. tutte le barriere cadono quando il bisogno di soldi bussa alla porta del tuo tenore di vita. come quello di sam, che sta spendendo 1000 $ al giorno per tenere in vita l'adorato cane. e quindi anche in vista dell'ecatombe che jeremy irons è disposto a causare a milioni di persone in giro per il globo, vorrà intorno a sè persone capaci disposte a guadagnare sulla crisi che scientemente stanno creando. non è angosciante, non è disgustoso è così. e la colpa alla fine è di tutti, soprattutto di chi si appoggia ai venditori-compratori del nulla per avere quello che ha. anzi a maggior ragione, come dice bettany, "vaffanculo a queste persone normali" che se tutto va male "per loro noi siamo il diavolo" e se va bene "siamo i più grossi coglioni mai arrivati sulla faccia di questa terra". come dei dell'olimpo che guardano dall'alto quelle formichine che camminano o guidano per andare a casa, entrare o uscire dai locali, o semplicemente passeggiano, questi mediatori del tutto/niente non hanno altre preoccupazioni che guadagnare dalle perdite per rinascere come fenici modificate geneticamente dalle ceneri altrui. il film nonostante sia ambientato in ambienti angusti anche quando gli attori sono all'aperto, ha un respiro ampio e non soffocato da una opprimente rappresentazione teatral-cinematografica. si abbassano e si alzano i sipari sui teatranti che entrano, declamano e dopo accordi se ne escono di scena bastonati, ma ben ricompensati oppure vincitori, promossi e ancora più potenti. ovviamente in una rappresentazione così serrata e antropocentrica, il lavoro degli attori è importantissimo. lo squalo jeremy irons che annusa i sanguinamenti di chiunque è spettacolare. col suo fisico asciutto e risucchiato. per fortuna abbiamo un ritrovato kevin spacey, misurato con tutti i suoi buoni propositi subordinato al dio denaro. il cinico paul bettany che mastica nicorette e sfumacchia aspettando di sapere di quante migliaia di dollari dovrà morire. una ritrovata demi moore splendida nella sua corazza d'ordinanza nel tunnel tra il crotalo alla ricerca della preda e la nicchia in cui la tarantola grazie ai suoi fili di seta sente arrivare l'intruso. stanley tucci segato per esigenze di mercato e il mesto zachary quinto, architetto bravo ovviamente coi numeri, che vede prima e meglio di altri.
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