Regia di William Monahan vedi scheda film
Esordio alla regia per il pluripremiato sceneggiatore William Mohanan che dimostra di saperci fare col mezzo, ma incredibilmente scivola sul terreno a lui più congeniale (ovvero proprio la scrittura), dando soprattutto la sensazione di voler strafare a tutti i costi.
Mitchel (Colin Farrell) esce di prigione con l’intenzione di mettere la testa a posto, trova presto un lavoro onesto presso la star Charlotte (Keira Knightley), della quale poi s’innamora, ma il passato non fa sconti, così che un pericoloso boss (Ray Winstone) lo vuole al suo servizio.
Mitchel si rifiuta, ma a certe persone è impossibile dire di no e fra i due comincerà una vera e propria faida con tutti i loro affetti in serio pericolo.
Ci sono un (bel) po’ di cose buone in questo film, ma anche altre parecchio discutibili in un mix molto ampio che mette insieme parecchi elementi, aprendo svariate porte, ma faticando poi a chiuderle al meglio (almeno non tutte).
L’atmosfera comunque non è male (ma nemmeno irresistibile), l’anello debole è una sceneggiatura troppo articolata per gli eventi che propone e poco incisiva quando deve tirare le somme.
Anche i dialoghi danno la sensazione di essere meno mordaci di quanto avrebbero dovuto risultare nelle intenzioni (e per le situazioni che si vengono a creare), raramente scatta il colpo di fulmine per cui un tratto rimanga impresso indelebilmente nella memoria.
Anche il bel cast non convince del tutto, Colin Farrell fa troppo il superuomo (un po’ ci sta, purtroppo hanno un po’ esagerato), Ray Winstone ha il classico ruolo che svolge senza faticare troppo (quello del boss senza tanti convenevoli), mentre i comprimari danno il loro piccolo contributo con volti idonei alla situazione.
Per il resto il percorso si chiude con un finale pulp che offre svariate sensazioni, ma ha il sapore del deja vù e non riesce ad emozionare fino in fondo (come invece avrebbe potuto fare visto quanto accade).
In definitiva rimane un film come ce ne sono tanti, con alcune cose buone e molti aspetti che viaggiono tra il migliorabile e il discutibile, per un risultato che non lascia molto al seguito, per quanto poi non ci si annoi mai e tutto sommato lo spettacolo sia pure più che diligente.
Sufficiente (anche largamente), sia pure con qualche rammarico.
Dimostra di saperci fare con la telecamera, ma da la sensazione di voler fin da subito strafare scordandosi, almeno in parte, l'iimportanza basilare della storia.
Il ruolo è il suo, non vi è dubbio (la diva), però rende di meno di quanto fosse lecito attendersi.
Comunque discreta, dato che sa come mettersi in luce.
Ruolo tanto imponente quanto importante, la sua prova ha alcune ombre, ma nel complesso rende bene il soggetto.
Più che discreto.
Offre un paio di acuti.
Più che sufficiente.
Ha fatto di peggio, ma anche di meglio.
Apporto sufficiente.
Piccola parte in attesa di palcoscenici più remunerativi (forse ...).
Altro volot tipicamente british che non manca di lasciare la propria impronta.
Più che sufficiente.
Un pò ordinario per i suoi vezzi d'inteprete, ma il ruolo è il suo.
Quasi discreto.
Dove lo metti sta (e pure benone).
Consolidato.
Il volto è quello giusto, ma il ruolo non le offre grandi soddisfazioni.
Alla prossima.
Quando compare in scena non sfigura affatto.
Più che sufficiente.
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