Regia di William Monahan vedi scheda film
Io sono ancora qui a chiedermi, con qualche sgomento, come sia stata possibile una cosa del genere. Un regista che aveva scritto la sceneggiatura di un grande film come "The departed" che non a caso gli fruttò un Oscar. Degli attori di spessore e ricchi di esperienza. Una colonna sonora da urlo. Eppure, non si capisce per quale congiuntura sfavorevole, il risultato di tutti questi elementi è un film davvero bruttino, in qualche momento noioso e totalmente privo di qualsiasi capacità di coinvolgere. Gli attori (pur quasi tutti oggettvamente bravi) si esprimono ciascuno al proprio peggio. I dialoghi poi sono quasi sempre sconcertanti. E qui apro una breve parentesi. Io vorrei tanto sapere se certi duetti verbali fossero così insulsi anche in origine o se essi sono solo il triste frutto dell'edizione italiana del film. Tra Farrell e la Knightley noi assistiamo a scambi di frasi che lasciano letteralmente allibiti. Robe del tipo che lui dice una cosa a lei, la quale risponde con una frase che qualunque spettatore dotato di un minimo di lucidità non può che chiedersi: "ma che cazzo ha detto?". Credetemi, si assiste a scambi di battute tra i due protagonisti che si collocano al limite tra il surreale e l'umorismo involontario. Ma è tutto il cast (sulla carta formidabile) ad essere sottotono e, soprattutto, diretto ed utilizzato che peggio non si poteva. E vorrei rimarcare un concetto: mi piange il cuore ad esprimere opinioni negative così nette. Mi sento doppiamente ferito perchè ad essere trattato male e ad uscirne con le ossa rotte è proprio il mio genere preferito, il thriller-noir. Si ha la sensazione che il regista abbia voluto privilegiare una certa "stilosità", cioè che abbia voluto lavorare soprattutto "di confezione". Ci voleva più attenzione alla sostanza, vale a dire alla sceneggiatura, ai dialoghi (alcuni, come già detto, improponibili), al livello della recitazione, e poi soprattutto manca qualsiasi amore verso i personaggi, costruiti secondo stereotipi spesso raccappriccianti. Chi ha scritto e diretto l'opera si è speso soprattutto per la forma, per creare immagini che potessero contribuire a determinare atmosfere che esprimessero il senso del noir, del vintage, della gangster story. Un inno, benchè attento allo stile, a tutti i luoghi comuni del noir maledetto, ma il tutto talmente ostentato e prevedibile da ammosciare ogni tipo di possibile emozione. Un film freddo, distante, legnoso, che inibisce ogni possibilità di adesione emotiva...in una parola sola: non appassiona. Ma anche il tentativo, favorito dal commento musicale, di delineare un clima generale da "swingin' London", fallisce amaramente. Troppo il guazzabuglio narrativo, troppo il pasticcio di immagini. Si perseguono originalità e stile...ma si trovano clichès e confusione. Non funziona nè come crime-movie nè come storia d'amore e nonostante un tentativo di raccordo, nessuno dei due aspetti pare andare a buon fine. Si mescolano elementi troppo diversi, alcuni che richiamano gli anni 60, altri i 70 e gli 80, altri ancora i tempi di oggi, generando un prodotto esteticamente al confine tra pop e kitsch che confonde le idee al pubblico. Colin Farrell, servito male da un ruolo scritto secondo caratteri troppo sterotipati, offre qui una delle sue prove meno convincenti, ma il problema è che neppure lui, a tratti quasi spaesato, sembra troppo convinto di quello che sta facendo. Su Keira Knightley, poi, stendiamo un velo pietoso: la sua performance è inqualificabile, con l'unica attenuante di un personaggio scritto con sprezzo del ridicolo. Perfino due ottimi attori come David Thewlis e Ben Chaplin sono qui talmente sopra le righe da apparire entrambi oltre il grottesco. Del cast io salverei solo due attori. Innanzitutto il gigantesco Ray Winstone, le cui doti istrioniche riescono ad evidenziarne il talento perfino in un ruolo ridondante di clichès come questo. Winstone possiede un carisma in grado di farlo uscire a testa alta perfino da un film fallimentare come "London Boulevard". E infine la bellissima Anna Friel; anche lei costretta dentro un ruolo assai approssimativo, anche se resto dell'idea che il suo appeal femminile la salverebbe anche dalla più sfortunata delle cine-catastrofi. In definitiva, il film si riduce ad un assemblaggio poco coordinato di tante "chiavi" diverse, che vanno dalla metropoli swingin' dal sapore vintage, alla Londra postmoderna, generando una percezione di assenza di autenticità che rende arduo il coinvolgimento dello spettatore. E vorrei concludere con la sola nota positiva del film: una colonna sonora assolutamente strepitosa, anche se è facile osservare che per goderne non serve vedere il film, per quello basta cercare il CD nei negozi. Ecco solo alcuni dei nomi, giusto per dare un'idea: Yardbirds, Rolling Stones, Pretty Things, Box Tops, Bob Dylan...Soundtrack esaltante per un film non riuscito.
Voto: 4/5
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