Regia di Simon Curtis vedi scheda film
Una piccola folla di fan si raduna intorno alla diva fuggita dal set per fare la turista. Al suo accompagnatore sussurra «Should I be her?» ovvero «Divento lei?», poi Norma Jeane scivola nel personaggio, si mette in posa, “diventa” Marilyn. È una scena chiave del film ispirato ai diari di Colin Clark, il terzo assistente alla regia di Il Principe e la ballerina che sul set diventò confidente e, per una manciata di giorni, quasi amante della Monroe. La turbolenta lavorazione della commedia di Olivier è vista con i suoi occhi: l’ingombrante presenza sul set della coach di recitazione Paula Strasberg; l’esasperante incapacità di Marilyn di memorizzare le battute; il progressivo logoramento dei suoi rapporti con Olivier. Più della ricostruzione di ambienti e vicende, precisa ma vagamente patinata e in odore di piccolo schermo (regista e sceneggiatore sono veterani della Tv britannica), nel film conta la straordinaria interpretazione di Michelle Williams. Indossando Marilyn sull’anima prima che sulla pelle, riesce a far passare in secondo piano qualsiasi somiglianza fisica: la voce, le movenze, l’inarcarsi delle sopracciglia, ogni dettaglio riporta sullo schermo l’autentica Marilyn, restituisce la fragilità della donna dietro la diva e la zavorra, insopportabile ma impossibile da gettare, dell’essere un’icona senza pari. Un gioiello di performance che vale il biglietto per un film altrimenti modesto.
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