Regia di Will Gluck vedi scheda film
Un esplosivo disinnescato. È questa la (brutta) fine che fa Emma Stone (La coniglietta di casa, The Rocker. Il batterista nudo) in Easy Girl. Eppure gli elementi di uno scorretto demenziale c’erano tutti. Lei, Olivia, per mettersi al centro dell’attenzione s’inventa di aver perso la verginità e la notizia fa rapidamente il giro della scuola. Per un po’ il chiacchiericcio va a suo favore poi la situazione le sfugge di mano. Inizia come un diario d’iniziazione con la protagonista che racconta la sua “avventura sessuale” davanti alla macchina da presa/web cam di un pc e per un po’ il film promette quella potenziale cattiveria che poi si disintegra ben presto tra nostalgie passate («John Hughes non ha diretto la mia vita» sembra essere quasi un desiderio impossibile) e progressiva eliminazione dei conflitti. La trasgressione non abita nella testa di Will Gluck, che si accontenta di infarcire il film di citazioni di teenager movie e di creare ralenti con la “A” di La lettera scarlatta (con tante prese in giro al film con Demi Moore) e stordenti accelerazioni per far vedere il percorso del pettegolezzo. La protagonista gioca nella squadra sbagliata. Eppure sembra uscita dal primo American Pie. Forse le servirebbe un “folle viaggio” con Todd Phillips e Zach Galifianakis o una visita nell’universo Apatow.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta