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La vita facile

Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su La vita facile

di Paul Hackett
6 stelle

Inseguito da un paio di avvisi di garanzia per illeciti compiuti nell'esercizio della professione medica, il chirurgo Mario fugge in Africa dal vecchio amico e collega Luca che gestisce un ospedale in Kenya. Abituato agli agi ed ai lussi, Mario, inevitabilmente, sbatte il muso contro una situazione di estrema povertà e, a complicare la situazione, arriva anche Ginevra, moglie di Mario, che in passato ha avuto una relazione con Luca: il triangolo porterà ad esiti imprevedibili. Non nutrivo grandi aspettative nei confronti di questo film di Lucio Pellegrini ma devo dire che, nell'insieme, sono rimasto piacevolmente sorpreso: "La vita facile" è una pellicola gradevole ma un po' ondivaga, che inizia in maniera interessante, come una satira blandamente sulfurea sui vizi e le miserie morali dell'italiano medio, sulla scia della commedia "classica" di Alberto Sordi, prosegue come una storia picaresca d'amore, corna e amicizia, vagamente nel solco del cinema del Salvatores di "Marrakesh Express" e si chiude, in maniera un po' incongrua, con un beffardo (ma invero un po' prevedibile) colpo di scena finale. Sebbene un po' irrisolto, nell'insieme il filmetto è simpatico, Lucio Pellegrini è uno dei pochi registi "giovani" italiani in grado di realizzare storie capaci di sfuggire alla banalità imperante della commedia italiana di questi anni e con "La vita facile" riesce a girare una commedia piacevole che, grazie agli splendidi cieli africani e alla eccellente fotografia di GianEnrico "Gogò" Bianchi, può contare, cosa non scontata, anche su una confezione di grande eleganza. Buono il cast: Pierfrancesco Favino si conferma, per l'ennesima volta, uno dei migliori attori italiani, Stefano Accorsi non l'ho mai amato ma, per una volta, offre un'interpretazione estremamente misurata e quasi mai sopra le righe, Vittoria Puccini la sopporto ancora meno ma, tutto sommato, la sua bellezza un po' algida ed inespressiva si dimostra adatta a caratterizzare un personaggio odioso ed arrivista. Tre stelle, sufficienza piena.

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