Regia di Tony Scott vedi scheda film
Fame
La domanda che mi son posto è: perché Tony Scott ha deciso di girare questo film?
L'ho capito quando ho visto la scimmia fare da cavia guidata dal team della dottoressa Roberts (Susan Sarandon).
La Roberts sembra entusiasta delle ricerche e parla di aver scoperto un "orologio interno" che regola la durata della vita. Ad un certo punto quell entusiasmo scientifico viene interrotto dall' arrivo non tanto di John (David Bowie), ma da una condizione di vita esistenziale inferiore che egli incarna come infezione della moglie, che lo tiene in uno stato di soggiogazione (o di "vampirismo psichico")
La prima reazione della Roberts è corretta, c'é la scena in cui si vede lei chiamare per mandare via quel mitomane. Il fatto è che non importa che John sia o meno un alieno, la domanda è perché poi la Roberts perde la funzione egoica che le permetterebbe di continuare ad essere un brillante medico di valore sociale.
La risposta non è perché vede invecchiare John di colpo, il problema è che invece il suo orologio interno, quello psichico, sta segnando l'ora sbagliata, c'é un malfunzionamento di cui non è a conoscenza perché non sa in che modo si possono muovere quelle lancette. Invece conosce perfettamente quello delle scimmie del laboratorio perché è un estroflessione esterna (fa scienza) sono operazioni che si possono facilmente vedere, calcolare o studiare.
Per questo il guasto che subisce è provocato dalla sua "orologiaia", la seducente e apatica Miriam (Catherine Deneuve) che fa da trigger e scatena il complesso della dottoressa per esplodere nell' erotismo tanatico. La Roberts perde la sua integrità e diventa in seguito la scimietta di Miriam.
Le scene di sesso non hanno nulla di sensuale ed erotico, ma é l'accelerazione all inevitabile suicidio finale della Roberts come istinto di sopravvivenza per salvaguardare se stessa seppur nella morte (infatti il suicidio in questo film va letto in senso positivo come atto estremo per terminare il programma di morte): meglio morti anziché vampiri ma in vita.
Il vampirismo nella storia è perciò il meccanismo di alienazione che la porta a perder la propria identità di natura; nella storia questa regressione ad una vita "eterna" segue diverse fasi, ma la funzione va letta come un unica matrice operativa che ha l'unico e solo scopo di distruggere l'innata e positiva propensione al proprio vantaggio esistenziale
Se il sangue come fluido vitale e il sesso come funzione biologica per un rinforzo positivo sono elementi basilari per una sana e ricostituente biologia, in questa storia, invece, ritroviamo questi 2 elementi come distruzione della propria individualità: il sangue come elemento di infezione e malattia e il sesso come funzione per installare e riproporre in modo coatto il complesso in altri soggetti: per questo i "vampiri" hanno bisogno di uccidere. Facile dunque capire il perchè della loro insaziabile "fame" o "the hunger" che come si capirà dalla mia impostazione non è una fame per ristabilire un equilibrio fisiologico e quindi portatrice di salute.
Anzi, qui la fame o "sete di sangue" è l'affermazione suprematista di un alieno a se stesso in senso psicopatologico ma questo avviene sempre a proprio detrimento in quanto la condizione esistenziale del vampiro - la promessa di vita etetna o di "non-morto" - non permette il recupero autonomo della propria identità di natura ma la caduta in una extra-terrestre.
Alla fine Miriam viene uccisa dalle sue stessr vittime (la Roberts escogita il suicidio per riuscirci) perché in realtà non può portare vita come beneficio terreno ma solo un eterna morte interiore (il vampiro in sé é immortale per questo). Miriam è morta da molto ma molto tempo, altro che viva.
Solo che nella realizzazione della regia filmica si esporta un riferimento esterno, tangente al proprio contenuto psichico: i cadaveri che Miriam ha messo nelle bare di legno diventano dunque capaci di riprender vita mentre lei é una donna capace di vivere oltre 4000 anni. Ma una "vita millenaria" di questo tipo non può aver alcun reale storico in alcuna individuazione umana e questa perdita di senso crea "la vampira" come quella maternità fallita dove compagni o figlie sono imprigionati in un continuo stato di asservimento. Da cui la vecchiaia precoce Il resto del film, dalle croci egiziane, come peraltro la canzone di apertura dei bauhaus non sono altro che elementi di contorno di un cimitero dove gli umani diventano vampiri e per il quale non può in alcun modo nascer una vita di soddisfazioni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta