Di ritorno dal funerale del marito, una giovane vedova, travolta da una nuova improvvisa passione, riuscirà a ridare alla sua nuova vita un senso proprio attraverso il rapporto che si instaura. Ma l'uomo è quasi sempre in fuga e si spaventa quando viene chiamato ad assumersi responsabilità dirette.
Note
Film premiato a Venezia nel 1963 con la Coppa Volpi a #Harriet Andersson quale migliore attrice.
Accorto e intelligente impaginatore delle storie che racconta, Donner è qui particolarmente attento a rapportarsi con il contesto sociale svedese del periodo nei confronti del quale, oltre a portare in evidenza i problemi sempre attuali dell’emancipazione della donna, esprime anche una posizione di forte e motivata critica verso il matrimonio.
Del finlandese Jörn Donner, classe 1933 e della sua interessante produzione cinematografica (almeno agli esordi sembrava essere proprio così: un nuovo regista che era molto di più di una semplice promessa) ci restano ormai pochissime tracce. Si ricorda forse più facilmente per essere stato sposato con Harriet Andersson, e soprattutto per aver prodotto lo… leggi tutto
Potrebbe sembrare riduttivo dire “ti voglio bene”. È la classica frase inflazionata da proporre o propinare in ogni circostanza, è normale amministrazione; anche ad un cane si dice “ti voglio bene”. Potrebbe…
Del finlandese Jörn Donner, classe 1933 e della sua interessante produzione cinematografica (almeno agli esordi sembrava essere proprio così: un nuovo regista che era molto di più di una semplice promessa) ci restano ormai pochissime tracce. Si ricorda forse più facilmente per essere stato sposato con Harriet Andersson, e soprattutto per aver prodotto lo…
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Accorto e intelligente impaginatore delle storie che racconta, Donner è qui particolarmente attento a rapportarsi con il contesto sociale svedese del periodo nei confronti del quale, oltre a portare in evidenza i problemi sempre attuali dell’emancipazione della donna, esprime anche una posizione di forte e motivata critica verso il matrimonio.
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