Regia di Ivan Reitman vedi scheda film
“Hai 45 secondi di tempo per esplodere di gioia” dice la Portman a Kutcher durante il loro primo rapporto sessuale, peccato che poi lo spettatore abbia davanti a se circa 100 minuti che trascorrono in maniera un po’ troppo faticosa.
Il regista Ivan Reitman ormai quello che doveva dare al cinema l’ha dato ed anche in questo caso, a parte qualche lampo brillante degno dei (bei) tempi che furono, sono decisamente predominanti le cose che non funzionano rispetto ai pregi che francamente sono davvero limitati, quanto frutto di velleitarie estemporaneità.
Emma (Natalie Portman) e Adam (Ashton Kutcher) sono sporadici amici da una vita quando le loro strade si rincontrano in età adulta diventando i più classici dei “tromba amici”.
Lei non vuole alcun impegno serio, lui col tempo invece sentirebbe la necessità di fare (finalmente) un passo in più e non rinuncia nemmeno quando Emma pare sottrarsi definitivamente alla possibilità di costruire un rapporto più serio.
Commedia un po’ troppo spuntata e decisamente poco filante in troppi passaggi che sembrano lasciati più al caso che frutto di una costruzione mirata e sensata.
Già ci sarebbe qualcosa da (ri)dire sulle scelte del casting, visto che avrebbe avuto più senso vedere i due amanti scambiati di ruolo dato che Natalie Portman avrebbe l’immagine amorevole, mentre Kutcher più quella da seduttore perditempo (senza dimenticare che dal suo personaggio mi aspettavo sempre più battute idiote che riflessioni romantiche nelle quali non funziona per nulla, vedi l’abbraccio plastificato e mummificato che arriva sul finale), ma è proprio il passo complessivo a risultare deficitario con alcune battute simpatiche, o anche sottilmente maliziose, che si alternano a passaggi banali o semplicemente poco efficaci.
Peccato anche perché si spreca un buon potenziale di cast (Kutcher a parte) con la Portman in libera uscita dopo le fatiche de “Il cigno nero” e buoni caratteristi come Kevin Kline (che di certo non passa inosservato) e Greta Gerwig (che invece viene lasciata un po’ troppo al suo “triste” destino).
Inutile poi aggiungere dettagli su come la vicenda si concluderà (provate ad indovinare dai, non è difficile), mentre anche la confezione è piuttosto ordinaria e molto poco appariscente, certo ogni tanto Reitman si (ci) risveglia dal torpore generalizzato, ma si tratta sempre di brevi fuochi di paglia destinati ad estinguersi senza nemmeno l’uso dell’acqua.
Fiacco.
Solo qualche lampo degno dei tempi che furono il resto è una scontata (e triste) routine.
Sbiadito.
Sempre un bel vedere anche se il contesto è all'insegna del disimpegno (per giunta poco riuscito) e quindi non può certo essere illuminante.
Sufficiente.
Ruolo che non gli confà, soprattutto quando deve fare il romantico si trova in grossa difficoltà.
Mediocre.
Purtroppo imbolsito.
Sufficiente.
Sopra le righe con fortune alterne.
Sufficiente.
Scarsamente sollecitata.
Purtroppo compare poco ed è un peccato, perchè avrebbe potuto dare più di una sterzata.
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