Regia di Masahiro Andô vedi scheda film
Il primo film originale dello studio Bones (famoso per serie anime come Wolf's Rain, Fullmetal Alchemist, Eureka Seven) è un divertente omaggio ai B-movie, un chanbara (film di cappa e spada) che fonde Akira Kurosawa e Sergio Leone in un mix riuscito ed appassionante.
Molti sono i riferimenti, infatti, allo spaghetti western, soprattutto nella truculenza delle scene d’azione, che comunque ricordano non poco anche i film del grande regista giapponese (e non per la violenza).
Proprio le molte scene d’azione danno prova di un lavoro di animazione di ottimo livello, perché i movimenti durante i combattimenti sono fluidi e complessi, mentre durante le parentesi “statiche” i personaggi si muovono sempre a sufficienza ma, soprattutto, viene fatto un magistrale utilizzo degli sfondi, spesso molto dettagliati e realistici.
I protagonisti sono simpatici (e “Senza Nome” non può che richiamare alla memoria il personaggio di Clint Eastwood nella trilogia del dollaro di Leone), ma a lasciare il segno sono in particolare alcuni comprimari, a cominciare da Rarou, un guerriero di provenienza occidentale e quindi uno straniero visto come una sorta di demone dalla gente del posto, per nulla abituata (siamo nel periodo Sengoku, che va dal 1467 al 1573 circa) alla vista di fisionomie come la sua (ha i capelli biondi e gli occhi azzurri).
Ciò che conta di meno, al tirar delle somme, è proprio la trama, abbastanza scontata e prevedibile, che però, fortunatamente, non inficia quasi per nulla il piacere della visione di un anime ben realizzato e avvincente, un divertissement apprezzabile anche dai non appassionati, e ancor di più dagli estimatori di Kurosawa o Leone.
Nonostante l’ottima qualità, la selezione ufficiale al Festival di Annecy, il premio per la miglior animazione al Fantaspoa di Porto Alegre in Brasile e la menzione speciale al Future Film Festival di Bologna, il film viene però relegato da noi, come troppo spesso accade, all’uscita direttamente in home-video, mancando per l’ennesima volta di coinvolgere una più larga fetta di pubblico, al di fuori della comunque nutrita schiera di appassionati. Buona la colonna sonora di Naoki Sato.
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