Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Vedendolo oggi per la prima volta, questo film di Nanni Moretti fa una certa impressione (soprattutto il discorso sul finale sa proprio di profetico seppur le modalità siano un po’ diverse dalla realtà), legato in maniera incredibile a quanto accaduto, apparendo come preveggente e quindi incrementando il rapporto che si viene a instaurare tra lo spettatore ed il personaggio ottimamente interpretato da Michel Piccoli.
I cardinali sono riuniti in conclave per eleggere il nuovo Papa ed a sorpresa è Melville (Michel Piccoli) a spuntarla, ma al momento di presentarsi alla folla che gremisce Piazza San Pietro ha uno scoramento improvviso che lo porta a rimandare l’atto.
Viene quindi chiamato in Vaticano un popolare psicoanalista (Nanni Moretti) per cercare di aiutarlo ad uscire da questa situazione, ma le cose non cambiano tanto che Melville scappa alla prima occasione girando solitario per le vie di Roma.
Intanto i fedeli aspettano, lo psicanalista si trova praticamente prigioniero in Vaticano e la verità su quanto sta accadendo viene tenuta segreta.
Ci sono cose e scelte molto belle in questo film di Moretti, mentre altre lasciano un po’ il tempo che trovano, così che in un panorama comunque ricco di fatti, piccoli o significativi che siano, si ondeggia tra momenti di altissimo cinema autoriale ed altri che invece funzionano assai meno.
Su tutto domina il peso delle responsabilità, la difficoltà si dover passare da essere guidato a guida assoluta che poi si rispecchia appieno anche, con tutte le dovute proporzioni del caso, negli altri ambiti della società.
La prima parte è squisita, tra il conclave, il senso di improvviso smarrimento e l’arrivo dell’analista che ha poco spazio di manovra (e che soprattutto non è credente), mentre la seconda è più altalenante nei risultati, ma comunque a suo modo originale (l’improvvisato, ma super organizzato, torneo di pallavolo che copre il vuoto temporaneo lasciato dalla situazione), per quanto meno suadente.
Poi probabilmente si poteva lavorare meglio sulle figure dei cardinali (probabilmente un po’ troppo macchiettistiche per quanto spesso sorprendenti ed ardite) e mi sarei aspettato qualche “faccia a faccia” di più tra Moretti e Piccoli; Nanni in questo caso si ritaglia come attore uno spazio più risicato del solito, ma comunque in linea col suo pensiero.
Per il resto non mancano dialoghi tipicamente morettiani (che dal nulla riescono ad esprimere anche concetti importanti) e momenti surreali con improvvisi lampi di leggerezza, mentre sulla confezione direi che è abbastanza curata, ma soprattutto quando si esce dai confini del Vaticano rimane un po’ troppo piatta.
Nel complesso è un film che mi ha convinto, non solo per la situazione in se che si collega in maniera incredibile con un’inaspettabile realtà, ma soprattutto per tante scelte anche collaterali (come il richiamo diretto a “Il gabbiano” di Cechov) che offrono parecchio da vedere (e di cui disquisire), anche se poi in altri casi si gira improvvisamente un po’ a vuoto.
Ricco.
Mette sul piatto diversi argomenti, alcuni salienti altri semplicemente collaterali (che poi nel suo modo di fare cinema assumono sempre un certo rilievo), non sempre trova la quadratura del cerchio, ma al contempo offre parecchi lampi di grande cinema.
Difficile, se non impossibile, pensare ad un altro attore che avrebbe potuto interpretare il suo personaggio meglio di lui.
Molto convincente.
Si ritaglia meno spazio del solito in veste di attore, ma il "Nanni pensiero" emerge comunque in maniera lapalissiana dalle sue parole/azioni.
Gustoso.
Senza grandi slanci offre comunque il suo onorevole contributo.
Largamente sufficiente.
Altro attore di spessore che premia le scelte del casting.
Bravo.
Sicuro ed affidabile.
Discreto.
Più che sufficiente.
Più che sufficiente.
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