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Habemus Papam

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su Habemus Papam

di AtTheActionPark
4 stelle

Habemus Papam è sostanzialmente un film di un regista che non ha più nessun interesse nel mettersi in gioco. La «maschera», purtroppo, ha avuto il sopravvento su Moretti. Ci troviamo di fronte, infatti, ad un film altamente appagante per il popolo morettiano, che può contare sui sempre tanto attesi sketch del regista romano, forzatamente inseriti in un testo filmico che, invece, "rigetta" la loro natura estranea. Siamo ormai lontani da quel cinema carico di insofferenza, di audacia e di urgenza che aveva caratterizzato le migliori opere di Moretti: Io sono un autarchico, Ecce Bombo, Palombella rossa e Caro diario. Habemus Papam è un film letteralmente "seduto" sul suo ingombrante e stanco personaggio: un regista, tra l'altro, che da tempo non è più interessato a mettere in discussione il linguaggio cinematografico, e che quindi inciampa in una frettolosa e ben poco sentita analisi esistenziale. Un'analisi che difficilmente può trovare, non tanto il consenso, quanto la verosomiglianza. Sfociando continuamente nella caricatura, Moretti vorrebbe proporci sbrigativamente un Papa "umano", sorvolando l'impegno, la dedizione e la convinzione che una persona deve intraprendere per giungere ad un simile traguardo. Veramente possiamo credere a questo Papa che si sente "perso" perché ha raggiunto, dopo un'intera vita, il proprio traguardo? E soprattutto: ce lo può far credere un film che, ben poco si concentra su di una tale, gigantesca questione, per divagare piuttosto in siparietti e trovate comiche? Può bastare un finale furbescamente d'impatto per convincerci di tutto questo? Visti i plausi alla sua uscita, lasciamo ai posteri l'ardua sentenza.

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. AtTheActionPark
    di AtTheActionPark

    @lore : capisco che tu veda una messa in gioco da parte di Moretti di farsi (un pochino) da parte, ma per me, forse, il "peso" che diamo alla questione esistenziale del Papa è condizionata da un fattore che nessuno chiama mai in causa: la scelta di un attore dal peso specifico gigantesco come Michel Piccoli. Se ci fosse stato un mezzo sconosciuto, veramente ci vedremmo tutta questa decentralizzazione di Moretti? Poi, un'altra questione su cui so di intestardirmi sempre è quando, questioni "importanti" vengono affrontate usando un registro "leggero". Mi manda un po' in tilt, diciamo :) @lorendodg : mi sa che siamo d'accordo :) @mck: in parte ho risposto anche a te, con la risposta a lorebalda, sulla verosomiglianza trasfigurata (o cartoonizzata, come dici tu) di Habemus Papam, che forse è un po' un "prendere o lasciare". Comunque voglio dire che non sono assolutamente di parte, nel senso che non sono un anti-morettiano, anzi! Adoro moltissimi suoi film (che ho anche in dvd), e quindi non pensare che il mio attacco sia pregiudiziale! Tra l'altro, tu citi Allen, e in alcune cose sono un po' simili.... non trovi? :)

  3. mck
    di mck

    @atap : mai pensato che tu fossi un pregiudizievole partigiano ?! ( se lo pensassi non starei qui a pestare sulla tastiera ! ) ;-) Rilancio col dire che io, per es., non penso affatto che Moretti abbia voluto farsi da parte, neanche un poco : Piccoli giganteggia nella 2a parte...mentre noi ci chiediamo se Moretti lo stiamo notando più o meno adesso che...s'è fatto un poco da...parte... ! E ho citato Allen ( tra quelli che amo ) proprio per quello...! ;-)

  4. Stefano Battiato
    di Stefano Battiato

    "Habemus Papam" è un film, come tutto l'ultimo Moretti, che sarà rivalutato meglio più avanti. Non so perché, non so come.

  5. AtTheActionPark
    di AtTheActionPark

    @snaporaz : Credo che Bergman riusciva a parlarci del silenzio di Dio e di speculazioni di tali portata con molta più coerenza, e soprattutto con molta più competenza - non basta parlare di temi alti per elevare il tutto. Moretti, per quanto mi sia piaciuto in passato come regista, lo preferivo in vesti molto meno pretenziose, e non fuori dalla sua portata. Soprattutto, affrontando queste impegnative domande (che anche io nell'opinione ho riscontrato) con un film incerto nella struttura, e accomodante nel risultato [mi basta ricordare i commenti degli spettatori usciti dalla sala, sicuri della loro visione "alta", e sempre indirizzati dal regista, durante il film, tra il momento comico e quello "impegnato", con tutte le sottolineature del caso].

  6. M Valdemar
    di M Valdemar

    L'unico gioco a cui era interessato era la pallavolo tra arzilli anzianotti. E lui lì, compiaciuto, ad arbitrare, dirigere, giudicare. Pontificare.

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