Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Habemus Papam è sostanzialmente un film di un regista che non ha più nessun interesse nel mettersi in gioco. La «maschera», purtroppo, ha avuto il sopravvento su Moretti. Ci troviamo di fronte, infatti, ad un film altamente appagante per il popolo morettiano, che può contare sui sempre tanto attesi sketch del regista romano, forzatamente inseriti in un testo filmico che, invece, "rigetta" la loro natura estranea. Siamo ormai lontani da quel cinema carico di insofferenza, di audacia e di urgenza che aveva caratterizzato le migliori opere di Moretti: Io sono un autarchico, Ecce Bombo, Palombella rossa e Caro diario. Habemus Papam è un film letteralmente "seduto" sul suo ingombrante e stanco personaggio: un regista, tra l'altro, che da tempo non è più interessato a mettere in discussione il linguaggio cinematografico, e che quindi inciampa in una frettolosa e ben poco sentita analisi esistenziale. Un'analisi che difficilmente può trovare, non tanto il consenso, quanto la verosomiglianza. Sfociando continuamente nella caricatura, Moretti vorrebbe proporci sbrigativamente un Papa "umano", sorvolando l'impegno, la dedizione e la convinzione che una persona deve intraprendere per giungere ad un simile traguardo. Veramente possiamo credere a questo Papa che si sente "perso" perché ha raggiunto, dopo un'intera vita, il proprio traguardo? E soprattutto: ce lo può far credere un film che, ben poco si concentra su di una tale, gigantesca questione, per divagare piuttosto in siparietti e trovate comiche? Può bastare un finale furbescamente d'impatto per convincerci di tutto questo? Visti i plausi alla sua uscita, lasciamo ai posteri l'ardua sentenza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta