Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Dopo averlo rivisto una seconda volta, posso dire che "Habemus papam" mi è piaciuto, pur senza essere probabilmente il miglior film del Nanni nazionale. Il nodo centrale del film, ovvero la vicenda del cardinale Melville che viene inaspettatamente eletto al soglio pontificio e che, come Celestino V, non si sente chiamato alla missione ma oppone il suo "Gran rifiuto", è risolto in maniera brillante, con la descrizione di una crisi personale che diviene sempre più drammatica con l'evolversi della vicenda e che risulta veritiera, grazie soprattutto ad una notevole interpretazione di Michel Piccoli, il cui viso trasuda angoscia e disperazione, e che mantiene in ogni sequenza un totale controllo del personaggio. Attendibile anche tutta la parte iniziale del conclave (credo che nella realtà le cose non vadano molto diversamente), mentre risultano un pò superflue certe notazioni satiriche sui cardinali (non tali, comunque, da giustificare gli attacchi dei soliti integralisti cattolici) ed è tirato fin troppo per le lunghe il torneo di pallavolo fra i porporati organizzato dallo psichiatra Moretti. E comunque, il buon Nanni come attore sembra non convincere fino in fondo neanche qui, tanto che forse sarebbe più saggio da parte sua concentrarsi soltanto sulla regia, dove il suo talento rimane inalterato. La parte in cui Melville fugge dal Vaticano ed entra in contatto con una compagnia teatrale arricchisce il suo dramma di sfumature inedite ed interessanti, con l'efficace sfondo di una Roma contemporanea che resta per lo più indifferente alla presenza del "Papa in incognito", e il finale mi sembra l'unico che potesse essere preso in considerazione in sede di sceneggiatura. Fra i caratteristi, bravi soprattutto Jerzy Stuhr e Renato Scarpa, discreta Margerita Buy nel ruolo della psicanalista ex-moglie di Moretti (ruolo, in ogni caso, non molto approfondito)
voto 8/10
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