Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Nanni Moretti, scrive, dirige ed interpreta “Habemus Papam”, co-produzione italo francese che prova ad aprire gli occhi sui poteri smisurati della Chiesa.
Al conclave per la scelta del nuovo pontefice, il cardinale prescelto Melville (Michel Piccoli), va in crisi e necessita di un aiuto. Viene chiamato l’esperto psicanalista Brezzi (Nanni Moretti), che proverà a capire il disagio di Melville; ma quando il papa scappa, cominciano a realizzarsi numerose risultanze, in seguito alle quali l’altero e semi-onnipotente sistema clericale comincia a sfaldarsi, mostrando il suo versante fragile e vulnerabile, quello che è proprio dell’animo umano.
Ed proprio sulle dualità uomo-prelato, umano-divino, ordine-caos che il film si basa, interrogandosi su un punto: cosa accade quando in un gruppo particolarmente elitario e coeso accade qualcosa di destabilizzante, magari proprio durante il rituale atto a legittimare e perpetuare tale esclusività e tale coesione? La risposta di Moretti è secca e sottolinea l’assurdità del sistema stesso (e lo smarrimento di Melville a contatto con la vita reale, priva dei punti fermi a cui il sistema-Chiesa lo aveva abituato, ne è la più tangibile testimonianza)… A questo punto, si staglia la figura del diabolico portavoce del papa, a cui tocca l’ingrato e disperato compito di provare a mantenere prima e ripristinare poi lo status quo della chiesa, faticosamente guadagnato nei secoli, attraverso menzogne sempre meno arginabili.
Il parere dell’autore sulla possibilità che tale sistema si perpetui all’infinito sta nell’emblematica ultima sequenza, in cui ritornano alle orecchie le parole del Moretti-psicanalista, che aveva chiesto di scindere uomo e pontefice: proprio il prevalere del primo sul secondo consente a Melville di rinnegare, direttamente dal balcone di Piazza San Pietro e senza mediazioni altrui, il suo ruolo, mettendo in crisi, stavolta senza possibilità di intercessioni e di menzogne, il clero tutto.
Altro tema forte del film è il rovesciamento delle prospettive: contemporaneamente si vede un papa che gira in autobus cercando di assecondare le proprie passioni (il teatro), una guardia svizzera, notoriamente votata alla disciplina, che fuma e mangia a piacimento in una stanza iper-confortevole (quella del pontefice) e i cardinali, abituati a un regime di privilegi sì, ma anche di aderenza assoluta al sistema, a fare sport, la disciplina competitiva per antonomasia, stressandosi per raggiungere un risultato (tra l’altro proporzionato ad impegno e capacità). Un mondo rovesciato, insomma. L’unica cosa che rimane costante è il ruolo del giornalista, descritto da Moretti come servile e ignorante (ce ne sarebbero di discorsi da fare in tal senso, specie sul ruolo del cosiddetto “vaticanista”).
Nel complesso Moretti un po’ finisce per buttarla in caciara, perdendosi in allegorie ipertrofiche; ed inoltre esiste un’evidente discrepanza nella storia: nonostante ce ne siano i presupposti, perché al portavoce non viene in mente di fare un altro conclave e lasciare il papa-codardo al suo destino di uomo comune?
Non il migliore né il peggior prodotto di Moretti, ma un film coraggioso, come di recente sempre più spesso sta accadendo all’interno della sua filmografia.
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La visione di Moretti è dichiaratamente un "paradosso" e proprio per come è impostato il film, la sua costruzione, io credo che non possa essere valutato con il metro esclusivo del "realismo" tout court...
Hai ragione Valerio... ho fatto riferimento a troppo realismo...
@lampur ( @spopola mi hai anticipato, condivido in pieno Valerio ! ) ti rispondo con...la risposta che mi ha dato @sor vichi al mio commento sulla cartoonizzazione del klero da parte di moretti : " rappresentarli nella loro pochezza sarebbe in sostanza filologicamente più fedele di quanto non suggerirebbe l'immenso potere - tutt'ora anche temporale - che esercitano ( ? ) " : forse, con un ur-paradosso, il conclave bis (memore del liquidatore bancario liquidato Luciani : lui si che forse avrebbe Agito sulla storia, più di Wojtyla senz'altro) sarebbe stato troppo...REALISTICO... Bye !
@mck: credo sia abbastanza evidente il contrasto tra la disciplina sportiva, con le sue regole e le sue dure leggi e l'immobilismo - non solo fisico - del mondo clericale; altrimenti non si spiegherebbe (fermo restando la matrice paradossale della visione morettiana del clero - che sottolinea anche spopola) il perché dell'ammazzare il tempo con il mitico torneo di pallavolo...
riguardo il realismo di un eventuale conclave bis, io ho detto che è solo una falla importante il fatto che moretti non abbia creato nessun impedimento alla possibilità di snobbare Melville e proseguire verso l'obiettivo di dare alla gente il suo papa: insomma, il mefistofelico portavoce, capace di schiavizzare la guardia svizzera, incarcerare un luminare della psichiatria e mentire a tutto il mondo perché si è fatto scrupoli a voler "recuperare" lo svogliato papa francese????? ma la mia provocazione: un film è pur sempre una finzione!!
Ciao @scandoniano : anticipo le mie risposte dicendo che persino la "cartoonizzazione" di un tema importante in un film non deve concedere spazio all'incongruenza a meno che l'incongruenza non sia Totale, e non è questo il caso, perciò : 1- sull'ammazzare il tempo col torneo di pallavolo, rimasto inconcluso-insoddisfatto-irrisolto-non portato a termine...non consumato : perchè a moretti piace lo sport così come a kubrick ( boxe ) piacciono i 'giochi' ( scacchi, carte, duelli, guerra...)), a Carpenter gli assedi, a Tarr i piani sequenza, a Demme i campo-contro campo in p.p. frontale dei volti, ... ( mai ho negato il contrasto sport-clero : ne sottolineavo la d'entrambi comune Disciplina ). 2- sull'irrealisticità dell'imbastire un altro conclave ( hai davvero messo troppe doppie negazioni, sei addirittura peggio di me...ma spero di aver capito bene ;-) ) : perchè ovviamente così verrebbe marchianamente (per rimanere nei dintorni di ancona de la stanza del figlio) a mancare l'infallibilità divina e altresì verrebbe alla luce l'incapacità del portavoce di gestire la situazione : un conclave bis segreto ed un cardinale semi sconosciuto quanto si vuole ma sempre cardinale che prima o poi ti salta fuori dal nulla a rivendicare...Qui secondo me, ma forse esagero, addirittura tutta la questione Vaticano Clericale è solo un pretesto in 2° piano a far da sfondo rispetto alla vera tematica del film, quella "psicanalitica" ed artistica : io questi buffi-simpatici-inutili-inoffensivi-fuori dal mondo (tanto per citare Piccioni) e dall'IMU vecchi porporati, questa loro Rappresentazione superficiale da un PdV ... "superiore" che così li vede, li trovo surrogati alla questione psicanalitica, artistica e pure famigliare ( il piccolo personaggio di c.dazzi ) e politico ( il "giornalista" del tg2 ). Spero di essere stato chiaro anche ai miei occhi, che con moretti sono partigiano, che le tue argomentazioni sono oggettivamente motivate. A me il Vaticano-Stato di moretti appare più come un quartiere folkloristico, molto più irreale e fuori dal tempo ( più che i segreti archiviati nelle segrete stanze sono fondamentali i numeri dei cono correnti bancari in consimili PARADISI (in terra) fiscali ) di quel palco quasi in stile Magnifica Presenza ( film molto più semplice e lineare ma non per questo meno ... 'interessante, 'bello', ah...le parole...le parole giuste sono importanti...), quasi Lynchano ( ma di 'sto passo posso vederci anche Bunuel, Bergman, Almodovar... ... ). Bye !
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