Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Con Habemus Papam, Moretti formalizza un percorso registico in crescita e affronta una tematica originale e di difficile manipolazione, con un respiro internazionale che solo pochi autori italiani, nell'attuale scenario, possiedono. Il papa designato dal voto dei cardinali chiusi nel conclave non se la sente, entra in crisi e rifiuta l'investitura. Attraverso un articolato gioco di rimandi, Moretti costruisce un intreccio abile e leggiadro senza cedimenti ideologici di parte, e gestisce una trama provocatoria mai fine a sè stessa. Nel film si tratta della trasfigurazione della vita, pubblica e privata, di ruoli sociali e di libero arbitrio, il regista combina profondità e leggerezza senza far mai cadere la vicenda in passaggi scontati. Moretti agisce sul codice rappresentativo dell'immagine di M.Piccoli (che impersona il cardinale Melville, cioè il papa neo eletto) facendo emergere la sua figura assoluta sullo sfondo, per esaltare la riappropriazione della persona sul suo possibile ruolo, la sua riconquista interiore completamente umanizzata e percorsa da sentimenti contrastanti e autentici. Moretti invece, oltre che regista del film, interpreta lo psicanalista che deve fare rientrare nei ranghi il disorientato cardinale Melville, la sua figura resta saggiamente emarginata, amalgamata e metabolizzata con l'ambito circostante, si limiterà a registrare gli sviluppi della vicenda e come avviene nei panni della figura professionale rappresentata non entra nel merito e non assume alcuna posizione giudicante. M.Piccoli offre un'interpretazione straordinaria e la riflessione del suo personaggio pieno di dubbi, ricordi e sussulti vitali, riassume la sua vita d'attore alle prese con quella commedia umana divisa fra finzione e realtà non solo da rileggere ad un certo punto della vita, ma anche con la quale prima o poi fare i conti.
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