Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
L’ambientazione è il Vaticano, ma il protagonista è facilmente inquadrabile nella filmografia morettiana: l’uomo che rinuncia, dice no, soverchiato da un compito rispetto a cui si sente inadeguato (come faceva il prete di La messa è finita, a cui molti hanno accostato questo film). Per la maggior parte del tempo vengono seguite due vicende parallele: il papa gira per Roma in incognito, i cardinali cercano passatempi nella loro clausura forzata. La prima è più interessante, la seconda viene sviluppata con più ampiezza: peccato, perché diverte ma lo fa in modo gratuito, con il consueto ricorso al registro grottesco da parte del regista. Inoltre delude il finale: mi sarei aspettato una dichiarazione più impegnativa da parte di Piccoli (come era quella di Anthony Quinn nel probabile referente diretto, L’uomo venuto dal Kremlino: l’unico film, a mia memoria, a mostrare le stanze in cui si svolge il conclave), che invece si limita a notificare pubblicamente il blocco che in lui si era manifestato già all’inizio; cosicché non c’è un vero svolgimento, l’immersione nella realtà da parte dell’uomo di potere non ha avuto alcun effetto terapeutico. Sarebbero risibili, se non fossero inquietanti, le accuse di blasfemia rivolte al film da alcuni vescovi (“un mezzo al servizio di Satana per allontanare l’uomo da Dio”, e via delirando): semmai potrebbero legittimamente criticarlo gli anticlericali, per il modo in cui presenta i cardinali come bambinoni ingenui e inoffensivi.
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