Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
NEI CINEMA ITALIANI DALL’APRILE DEL 2011
VISTO AL CINEMA NELL’APRILE 2011
Le massicce mura del Vaticano sembrano quelle di una prigione. Persino il verde brillante degli artistici giardini medievali in cui marciano pattuglie di colorate guardie svizzere, non dà alcun sollievo all’ansia che monta come un magma interiore. Investito dell’impegno più alto, il cardinale non si dà pace. Colto dal panico evade da quel penitenziario dorato chiamato San Pietro e vagola per le vie della Città Eterna.
Questo undicesimo dei quattordici lungometraggi diretti da Nanni Moretti (l’ultimo, Il sol dell’avvenire, uscirà in Italia nel 2023) porta sul grande schermo lo sgomento da responsabilità esorbitante e indesiderata, il coraggio del dire 'no' e quello della fuga. Un Gran Rifiuto dei giorni nostri. Il film (pluripremiato del 2011 ai Nastri d’Argento, ai David di Donatello e giudicato miglior film dell’anno dalla rivista francese Cahiers du cinéma), che apre con immagini previdentemente realizzate dallo stesso cineasta e attore romano durante i funerali di Giovanni Paolo II, narra la vicenda del successore di Karol Wojtyla, Papa Melville – immaginato dal soggetto che Moretti ha scritto e sceneggiato con i fidati Francesco Piccolo e Federica Pontremoli – eletto un po’ a sorpresa al soglio pontificio da un collegio cardinalizio impaziente di disimpegnarsi dal noioso rituale del conclave e sùbito attanagliato da una crisi di angoscia che in breve si trasforma in una depressione che sembra non avere via d'uscita.
Con Habemus Papam Moretti segna un sopraffino ritorno al suo cinema più ironico e scanzonato – che mancava dai tempi di Palombella rossa (1989) - in cui gli accadimenti pur drammatici ma non catastrofici (come, ad esempio, la morte di un figlio) che coinvolgono i protagonisti, sono affrontati e risolti grazie al collaudato meccanismo della sottile giocosità delle situazioni e della caricatura arguta dei personaggi chiave. Esilarante, come tante altre idee inserite in appena un’ora e quaranta minuti, la trovata del torneo di volley fra prìncipi della Chiesa, organizzato dallo psicologo (impersonato dallo stesso Nanni) per ammazzare la noia nell’attesa del ritrovamento del fuggiasco.
Detto di Moretti nei panni dello strizzacervelli del successore di Pietro, personaggio disegnato su misura per la geniale recitazione anticonformista e scanzonata dell’attore nato a Brunico nel 1953 (recitazione che purtroppo, viste le ultimissime prove, sembra destinata a perdere qualità), si staglia lui, il Papa, interpretato da un melanconico e delicato Michel Piccoli (scomparso nel 2020 a novantacinque anni), attore francese lanciato nel 1963 da Jean-Luc Godard con la parte in Il disprezzo, religioso mesto ma determinato a difendere il proprio bisogno di rincattucciarsi più lontano possibile da una vetrina scomodissima, le cui luci abbaglianti lo terrorizzano. Da rilevare la prova di un Renato Scarpa (con Moretti anche nel successivo Mia madre [2015] e prima in La stanza del figlio [2001]) in gran forma nell’abito cardinalizio di monsignor Gregori, scrupoloso e mortificato anfitrione del gruppo di porporati afflitto dal più bislacco degli imprevisti. Poco più di un cameo per Margherita Buy, che ormai dai tempi de Il Caimano (2006) è di Moretti la fidata musa ispiratrice (nel cast anche del citato Il sol dell'avvenire).
Il Vaticano è nel panico. Bisogna fare subito qualcosa perché il mondo, dopo la fumata bianca, non ha ancora ascoltato neppure una parola del nuovo Pontefice che per misteriose ragioni non si è mai affacciato dal leggendario balcone. Solo un uomo può riportare la situazione alla normalità. Il dottor Brezzi, giudicato il miglior psicologo sulla piazza. E se dipende da lui... Film da non perdere. Voto 9,2.
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