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L'uomo che venne dalla Terra

Regia di Richard Schenkman vedi scheda film

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Jimmy88

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo che venne dalla Terra

di Jimmy88
3 stelle

La pellicola è una occasione sprecata. Buona l'idea ma un flop totale tutto il resto.

A dispetto di tutti i premi che (noto con stupore) ha vinto, ritengo il film un'occasione sprecata. Un vero peccato aver avuto la possibilità di sviluppare una così bella idea - l'uomo di 14mila anni che attraversa tutte le epoche (il sogno di molti) - per poi lasciarla andare alla deriva nel susseguirsi di scenette soporifere quasi che si trattasse d'improvvisazione di laboratorio teatrale per principianti. Tema centrale della pellicola appunto un uomo di Cromagnon che non invecchia mai e questa condizione lo costringe ad una ciclica vita nomade che il protagonista si impone ad ogni decade. Per l'ennesima volta quindi, arrivato miracolosamente incolume ai giorni nostri nelle vesti di professore universitario, deve accomiatarsi da amici e colleghi. I quali, notando un quadro di Van Gogh e un paio di utensili dell'eta della pietra, con domande insistenti sul perchè di punto in bianco sia costretto ad una repentina partenza sembra lo costringano alla verità che il protagonista svela controvoglia. Dico "sembra" perché con migliaia di anni di esperienza è poco credibile che non abbia saputo collaudare una scusa plausibile per congedarsi. Supponiamo allora che il pover uomo, protagonista della vicenda tale Jhon Oldman, abbia colto la palla al balzo involontariamente, a livello di subconscio, di levarsi il peso di questo enorme segreto che si trascina da secoli e abbia finalmente deciso di vuotare il sacco. La reazione dei presenti è surreale. Non sembrano mai attestarsi completamente né su una posizione di incredulità, né su una posizione di contrarietà. Situazione dstabilizzante per lo spettatore. Tutto il film si svolge quasi interamente nel salotto di casa. L'espediente scenico, usato per altro brillantemente in altre pellicole quale Carnage di Polanski, è un'arma a doppio taglio perché se sfruttato in maniera consapevole può amplificare nello spettatore le sensazioni e le emozioni in maniera teatrale ma se utilizzato in modo raffazzonato diventa semplicemente sterile e questa pellicola ne è un esempio lampante.

Ogni personaggio è abbastanza caratterizzato, tutti professori e studiosi ognuno con la sua specializzazione. Questa è senz'altro l'idea giusta per analizzare la condizione umana di Jhon sotto tutti gli aspetti dalla biologia alla psicologia passando tra elementi storici e filosofici. Peccato che nessuno di loro sembra veramente interessato a smontare la fantasiosa tesi (sembrano più interessati al buffet e al whiskey blended malt) ma nemmeno il protagonista sembra molto interessato a convincerli della sua verità (più interessato invece a caricare il furgone dei cartoni del trasloco). Se non frega a tutti loro perchè dovrebbe fregare qualcosa a chi guarda il film? Non vi è interesse a schierarsi per nessuno. Non viene da empatizzare o identificarsi con alcun personaggio. C'è anche l'impressione che lo spettatore venga trattato come uno stupidotto a cui si debba imboccare anche la cosa più intuitiva infatti uno dei personaggi, quasi come a rivolgersi al pubblico, afferma di essersi accorto che la scelta del nome Oldman sia un chiaro riferimento alla condizione del protagonista. Grazie non dovevate disturbarvi, l'avevamo capito. Tutto il dialogo tra i vari personaggi potrebbe prendere spunti davvero interessanti in tutti i campi scientifici e umanistici invece si limita a fare un resoconto storico culturale che, come ben sottolinea uno dei personaggi più di una volta nel corso del film, tutti sanno perchè sono nozioni che si possono trovare sui libri. Ed ha perfettamente ragione. L'intera discussione è uno sciorinamento nozionistico altamente noioso. L'unica elaborazione degna di nota è la congettura che il cristianesimo derivi dal buddhismo. Ma non stavolge nulla perchè porta solo lo spettatore a domandarsi: "e quindi? anche se fosse?" E' capace di sconcertare solo la cattolica edith, personaggio che dovrebbe rappresentare l'esperta di teologia e invece si riduce a una beghina piagnona. Per non parlare del commento su Hammurabi: "E' stata una brava persona" in una tipica esternazione da bar, quando è chiaro che è anacronistico dare giudizi sulle persone di epoche cosi lontane. Già oggi i rapporti intergenerazionali sono molto difficili, per fisiologiche incomprensioni dovute ad una società in continua evoluzione, figuriamoci poter concepire e accettare di buon grado la mentalità dei mesopotamici dove la tortura e lo schiavismo erano pratiche naturali.

 

ATTENZIONE SPOILER

 

Per completare il quadro dell'assurdo non bastava che il protagonista affermasse di aver conosciuto i più grandi artisti e potenti del mondo ma il film vuole esagerare all'esasperazione più totale affermando che Jhon non è niente popodimeno che gesù cristo in persona. Per poi nel finale lasciarsi scappare proprio con l'interessato in questione (lo psichiatra dr. will) di essere suo padre. Con tanto di pianti e abbracci e una fine dolorosa in perfetto stile soap opera. Il picco di questa pellicola si potrebbe quindi riassumere così: Sono gesù cristo...e sono tuo padre! Se a questo si aggiunge un livello di recitazione scarsino e la carente considerazione del livello culturale e dell'acume del pubblico il quadro è completo. Peccato perchè i presupposti affinché ne venisse fuori una piccola perla del cinema c'erano tutti a partire dall'idea iniziale e dalla scelta delle caratterizzazioni.

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