Regia di Paul Anderson vedi scheda film
Tutti per uno, uno per tutti. Provate a non emozionarvi sentendo questa frase: se avete fatto uno sport di squadra, l’avete urlato e sapete l’effetto che fa. Tornano I tre moschettieri, ma dimenticate il grande classico del 1948 di George Sidney con Gene Kelly, Lana Turner e Vincent Price, qui siamo dalle parti del fumettone Disney del 1993: Stephen Herek alla regia, Charlie Sheen, Kiefer Sutherland, Oliver Platt e Chris O’Donnell alle spade, Bryan Adams, Rod Stewart e Sting a cantare il superpop All for Love, Rebecca de Mornay a fare il doppio gioco. Ora i moschettieri sono Matthew Macfayden, Ray Stevenson, Luke Evans e Logan “Percy Jackson” Lerman, improbabili come gli antenati, e la canzone è When We Were Young dei Take That, ma i due film condividono quel gusto d’appendice e trash per le carnevalate, il coraggio di stare sopra, oltre le righe, la spudorata infedeltà a Dumas e il gusto dell’eccesso, come nella battaglia tra dirigibili, folle, o il Richelieu di Waltz. La scelta di Milla Jovovich come Milady e Orlando Bloom come Duca di Buckingham ha l’audacia di un Ed Wood, le battute, ovviamente guascone, ci vuol coraggio a scriverle. Piacerà da matti ai più piccoli e piacerebbe anche a Dumas padre, schiavo dei colpi di scena, questo giocattolo che nel finale annuncia il sequel. Un pasticciaccio divertente, in cui il 3D è decorativo, pleonastico e piacevole come la splendida Gabriella Wilde, la nuova Constance.
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